Italia, in 10 anni mortalità nei Pronto Soccorso aumentata del 100%

Salute e Benessere

Lo rilevano le stime della Società Italiana di Emergenza Urgenza (Simeu), riprese in un approfondimento sul tema pubblicato da Il Fatto Quotidiano

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Nei pronto soccorso italiani la mortalità è aumentata del 100% negli ultimi dieci anni. Lo rilevano le stime della Società Italiana di Emergenza Urgenza (Simeu), riprese in un approfondimento sul tema pubblicato da Il Fatto Quotidiano. La carenza di personale (mancano 5mila medici e 12mila infermieri, anche contando quelli reintegrati di recente) e il numero di posti disponibili, ormai non più sufficienti a soddisfare le richieste, costringono i pazienti a delle lunghe attese, durante le quali le loro condizioni di salute rischiano di aggravarsi. Ilaria Cucchi, senatrice di Sinistra italiana, ha raccontato su Facebook che suo padre, malato di paralisi sopranucleare progressiva, ha riportato dei gravi danni in seguito a una caduta, tra cui un polmone perforato, e, nonostante l’urgenza delle sue condizioni, ha dovuto aspettare più di 14 ore su una barella, a digiuno e disidratato. È solo uno dei tanti casi che ogni giorno si verificano nei Pronto Soccorso italiani.

La necessità di scendere in piazza

In un comunicato della Simeu si legge che “la condizione di estrema e pericolosa sofferenza dell’Emergenza Urgenza Italiana esige purtroppo ancora di essere testimoniata pubblicamente: le istanze dei professionisti saranno rappresentate di fronte alla sede di lavoro del nuovo ministro della Salute, in Piazza Castellani sul Lungotevere Ripa. I tempi della politica purtroppo sono molto più lenti dei tempi della necessità: occorre essere decisivi. C’è ancora tempo per salvare l’emergenza urgenza dalla crisi nella quale è sprofondata a causa di decenni di errori di programmazione? Occorrono decisioni tanto rapide quanto importanti”. Il 17 novembre, i medici e gli infermieri del Pronto Soccorso scenderanno in piazza per protestare contro le condizioni impossibili nelle quali sono costretti a lavorare, che li mettono sempre più in “difficoltà nel rispondere alle reali esigenze di aiuto dei cittadini”.

 

Tempi di attesa insostenibili

Fabio De Iaco, il presidente della Simeu, spiega che mediamente i tempi di attesa nelle aree di boarding dei Pronto Soccorso sono almeno di tre giorni, spesso fatali per i pazienti più anziani o debilitati. “Siamo arrivati al punto in cui vari Pronto Soccorso si sono attrezzati con stanze per i morenti e questo non dovrebbe fare parte del nostro lavoro”, ha osservato De Iaco. Purtroppo, non è facile dimostrare che la dotazione di posti letto è insufficiente, perché spesso le Regioni e il ministero della Salute si basano su un calcolo teorico dei posti per acuti, che prende in considerazione anche i letti disponibili solo sulla carta o in luoghi irraggiungibili. Anche la pandemia sta contribuendo ad aggravare l’occupazione dei posti, anche se la pressione è sicuramente minore rispetto al periodo più nero dell’emergenza. “Senza contare che è aumentata la speranza di vita, ma con essa anche le patologie croniche”, ha osservato De Iaco.

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