La paura promuove la resilienza psicologica: è per questo che piace

Salute e Benessere

Lo indicano i risultati ottenuti dai ricercatori del Recreational Fear Lab dell’Università di Aahrus, in Danimarca

ascolta articolo

Anche se la paura è spesso considerata un’emozione negativa, molte persone tendono a ricercarla, magari guardando dei film horror o giocando a videogiochi amatissimi come le saghe di Resident Evil e Silent Hill. In certe persone le sensazioni provate durante queste esperienze, come l’accelerazione del battito cardiaco, la sudorazione aumentata e lo stomaco che si contorce, svaniscono quando scorrono i titoli di coda o si posa il pad sul divano e vengono sostituite da una sensazione gradevole. Per provare a capire l’attrazione nei confronti della paura, il Guardian ha affrontato il tema con vati esperti ed è emerso che l’esposizione all’orrore (nelle sue forme meno estreme) può aiutare a promuovere una resilienza psicologica duratura.

Da dove nasce l’amore per la paura?

L’amore per la paura è tutt’altro che recente. Si parla, infatti, di una delle emozioni più antiche provate dall’uomo. Le storie spaventose sono radicate nella storia dell’umanità: i membri delle prime società le usavano per mettere in guardia i bambini nei confronti di vari pericoli, come i lupi o altri predatori. Negli ultimi anni, una delle paure più grandi ha riguardato la pandemia di coronavirus Sars-CoV-2. Per “esorcizzarla”, molte persone hanno guardato il film Contagion, che affronta una situazione analoga. Nel marzo 2020 i download della pellicola sono aumentati vertiginosamente: secondo Marc Malmdorf-Andersen, professore dell’Università di Aarhus in Danimarca, e i suoi colleghi, la visione dei film horror aiuta nasconde un potenziale di apprendimento per la gestione dell’incertezza.

 

Il punto di equilibrio

“Trascorrere del tempo in questi regni immaginari può essere quasi un’opportunità per redigere il proprio libro di istruzioni per gli scenari peggiori”, spiega Malmdorf-Andersen. Da uno studio condotto durante la pandemia, infatti, è emerso che i fruitori di film horror erano psicologicamente più resilienti. “È possibile che le forme ricreative di paura possano aiutare a migliorare la regolazione delle emozioni e la capacità di mettere in atto strategie di adattamento”, aggiunge Malmdorf-Andersen. Deve però esserci un equilibrio tra paura e divertimento: pur gradendo uscire un po’ dalla propria comfort zone, agli esseri umani non piace essere troppo lontani dal normale stato fisiologico. Il Recreational Fear Lab dell’Università di Aahrus ha studiato un gruppo di persone che si sono recate in una casa infestata. Secondo quanto riferito da Malmdorf-Andersen, i  risultati ottenuti hanno evidenziato che “vi è un punto giusto, in cui il contesto non è troppo terrificante, ma nemmeno troppo poco pauroso. È proprio in questo punto di equilibrio che il divertimento sembra raggiungere i picchi più elevati”.

approfondimento

Paure innate, quale area del cervello scatta davanti al pericolo?

Salute e benessere: Più letti