Scoperto il segreto degli anziani con "super memoria": neuroni più grandi. Lo studio

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I loro neuroni hanno dimensioni maggiori del 10% rispetto ai coetanei. A indicarlo una nuova ricerca condotta Tamar Gefen, della Northwestern University Feinberg School of Medicine in Illinois

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Tra la popolazione over80 c'è qualche soggetto che sfoggia performance mnemoniche equiparabili a quelle di persone 20-30 anni più giovani. Ma qual è il segreto di questi anziani con memoria sopra la media? Una possibile risposta arriva da un studio condotto da Tamar Gefen, della Northwestern University Feinberg School of Medicine in Illinois, che ha analizzato il cervello di over80enni con "super memoria" e lo ha comprato con quello di coetanei e persone più giovani. I risultati suggeriscono che gli anziani con capacità mnemoniche superiori alla media avrebbero neuroni il 10% più grandi dei loro coetanei, in un'area del cervello cruciale per la memoria, la corteccia entorinale.

Lo studio nel dettaglio

Come descritto sulle pagine della rivista specializza The Journal of Neuroscience, per giungere a questa conclusione il team di ricerca ha comparato il cervello di sei anziani con "super memoria", deceduti intorno ai 91 anni, con quello di altrettanti anziani con abilità mnemoniche nella norma deceduti mediamente dopo gli 80 anni, e con il cervello di un gruppo di 40enni. Dalla comparazione è emerso che nella  corteccia entorinale degli anziani dalla "super memoria" i neuroni sono il 10% più grandi di quelli dei coetanei ed il 5% più voluminosi di quelli dei 40enni. Nel cervello degli anziani con "super memoria" è stato inoltre osservato un livello inferiore di accumulo di proteina tau, considerata un segno tipico dell'Alzheimer. "Sicuramente, gli anziani dalla memoria super hanno diversi vantaggi a livello cerebrale e quello del volume maggiore delle cellule nervose è solo uno dei tasselli che spiega le loro doti mnemoniche sopra la media", hanno concluso i ricercatori.

Memoria, negli anziani il declino sarebbe favorito anche dall’insonnia

Tra gli ultimi studi del settore, un recente lavoro dai coordinato dai ricercatori del Canadian Sleep and Circadian Network di Montreal ha dimostrato che anche l’insonnia potrebbe incrementare la probabilità di andare incontro a un declino della memoria. Lo studio, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista specializzata Sleep, è stato condotto prendendo in esame i dati di oltre 26mila persone di età compresa tra i 45 e gli 85 anni. Dalla ricerca è anche emerso che gli uomini tendono a subire un decadimento più intenso rispetto alle donne. Le persone che avevano segnalato un peggioramento della qualità del sonno, inoltre, risultavano avere anche maggiori probabilità di soffrire di ansia, depressione, sonnolenza diurna e interruzioni della respirazioni durante il sonno. Tutti disturbi considerati fattori di rischio per il declino cognitivo e la demenza.

 

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