Demenze, la realtà virtuale come opzione per la loro cura

Salute e Benessere

Si è tenuto a Trento un seminario che ha introdotto nuove tecniche per la cura delle malattie senili. L’iniziativa è stata promossa dal gruppo Spes di Trento

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Sappiamo che Alzheimer e demenze sono malattie che con l’avanzare dell’età possono presentarsi in forma più o meno grave nelle persone. Questo tipo di difficoltà cognitive sono una quotidianità per i tanti operatori che ogni giorno si occupano di questa fascia di popolazione, sia a casa, che nelle case di riposo. A Trento si è concluso un importante seminario che ha introdotto tecniche e metodi finora poco sperimentati per la cura di tali malattie, come per esempio la realtà virtuale.

La tecnologia a supporto della medicina

A promuovere l’iniziativa il gruppo Spes di Trento, che gestisce residenze, servizi semiresidenziali e domiciliari per anziani, e sfrutta l’intelligenza artificiale e altri metodi innovativi per affacciarsi alla malattia. “Il seminario è parte di un progetto internazionale con partner europei che ha lo scopo di inserire la tecnologia nelle buone pratiche che riguardano la cura delle persone affette da demenza”, ha affermato Italo Monfredini, direttore generale di Spes. Realizzato grazie al supporto dell’azienda capoprogetto di software Social IT, e le Università di Dublino (Irlanda), Halle Wittenberg (Germania) e Maastricht (Olanda), INTENSE - acronimo di Improving demeNtia care Through Self-Experience - è un Progetto europeo ERASMUS+ che vuole supportare e prendersi cura al meglio di tutte le persone affette da demenza, equipaggiando e formando i professionisti sanitari e sociali educandoli a nuovi, e innovativi, metodi d’apprendimento. 

 

Le parole degli esperti

“I partecipanti sperimentano innovazioni che abbiamo creato attraverso vari strumenti per simulare i sintomi cognitivi della demenza e di altre malattie legate all’invecchiamento, come deficit percettivi, deficit di memoria e di orientamento. Vengono utilizzate una serie di sperimentazioni hi-tech, realtà virtuale e altri strumenti che permettono di capire come si sente la persona. Ci aspettiamo di coinvolgere sempre più professionisti del settore per migliorare la loro capacità di entrare in empatia con la persona seguita. L’obiettivo finale è di arrivare a una cura migliore per i disturbi cognitivi, ad esempio nel caso dell’Alzheimer in cui anche chi è affetto dalla malattia possa sentirsi più a suo agio e di conseguenza mantenere più a lungo, se non addirittura migliorare, la sua capacità cognitiva. I partecipanti del training sono coloro che lavorano nel campo della demenza. Non solo sanitari come neurologi, geriatri, infermieri ed operatori, ma anche il personale amministrativo che lavora nelle residenze sanitarie”, ha affermato Marianna Riello, psicoterapeuta e ricercatrice. 

 

Realizzato grazie ai finanziamenti europei, INTENSE nasce per sviluppare un “toolkit di simulazione della demenza” fruibile a tutti gli operatori coinvolti, affinché gli stessi possano guardare con i propri occhi il mondo della demenza. Una sorta di immersione, quindi, supportata da un insieme di strumenti che sosterranno gli operatori durante l’introduzione a queste nuove tecniche al fine di sviluppare competenze sociali-chiave. Nell’insieme degli strumenti messi a disposizione si trova anche un particolare guanto che, come spiega Valentina Conotter di Social IT, “simula e permette di capire ai soggetti sani le difficoltà che hanno persone affette da demenza o da Alzheimer nel compiere gesti di vita quotidiana. Difficoltà dovute alla chiusura delle articolazioni o a problemi di nervi”.

From the series Forget Me Not (2014-2019) by Anne Moffat.

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