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Fiaso: italiani più longevi e in salute, aspettativa vita a 83,6 anni

Salute e Benessere
©Ansa

Sono alcuni dei dati comunicati in occasione del convegno "Da 30 anni al servizio dei cittadini: il direttore generale nelle aziende sanitarie pubbliche", organizzato dalla Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere

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In Italia negli ultimi 20 anni è cresciuta di quasi 4 anni l’aspettativa di vita raggiungendo gli 83,6 anni nel 2019, tra le più alte al mondo.
Nello stesso periodo si è dimezzato il tasso di mortalità neonatale. Sono alcuni dei dati comunicati in occasione del convegno "Da 30 anni al servizio dei cittadini: il direttore generale nelle aziende sanitarie pubbliche", organizzato ieri, 5 luglio, al ministero della Salute dalla Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere.

Italia seconda in Europa per aspettativa di vita

Come sottolineato nel corso dell'incontro, "il confronto internazionale documenta uno stato di salute della popolazione italiana buono, e una aspettativa di vita tra le più elevate". Nello specifico, "dai 79,9 anni del 2000 l'aspettativa è salita agli 83,6 del 2019, più alta di Germania, Francia, Regno Unito, Svezia e seconda in Europa solo alla Spagna con 83,9 anni". Anche la mortalità neonatale "è scesa da 3,5 per mille del 2000 a 1,9 del 2019, tra le più basse in Europa".

40mila medici e infermieri in meno dal 2010

Risultano, dunque, positivi i principali indicatori relativi alle performance dell’assistenza ospedaliera in Italia. Anche se, a partire dal 2010, il Sistema sanitario nazionale ha dovuto rinunciare a 5mila medici, quasi 11mila infermieri e più di 23mila altri operatori sanitari in meno, per un totale di 40mila dipendenti. In circa 10 anni il personale sanitario ha infatti subito un calo del 5,6%. Una riduzione che, come sottolineato dagli esperti, ha condotto alla situazione di debolezza evidenziata dalla pandemia di Covid-19.
"Nel corso dell'emergenza sono però stati reclutati precari che ora, grazie alla legge sulle stabilizzazioni, possono essere assunti. Già 10 regioni su 20 hanno stipulato accordi per procedere con i contratti a tempo indeterminato", ha spiegato il presidente di Fiaso, Giovanni Migliore.

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