Si tratta del risultato di una campagna di controllo eseguita, in tutta Italia, dai Nas, in collaborazione con il ministero della Salute. I controlli, hanno riferito i Carabinieri, “hanno inteso accertare il rispetto delle procedure di preparazione, conservazione e somministrazione degli alimenti, dello stato igienico e strutturale dei locali di ristorazione e degli esercizi di vendita e di stoccaggio degli alimenti”. Circa 3 milioni di euro il valore commerciale dei prodotti sequestrati
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Il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute (Nas), in collaborazione con il ministero della Salute, ha eseguito in tutta Italia una campagna di controllo, “al fine di verificare la regolarità delle strutture di ristorazione e di preparazione enogastronomica essenzialmente riconducibili a culture di Paesi extra europei, nonché alla relativa filiera di fornitura di materie prime alimentari etniche”. Lo si legge in una nota diffusa proprio sul sito del ministero. I controlli sono stati effettuati, in particolare, dai Nas di Livorno Ancona, Milano, Salerno, Parma, Bologna, Aosta, Palermo e Pescara.
Eseguite 1.155 ispezioni
Le verifiche in questione, hanno riferito ancora i Carabinieri dei Nas, “hanno inteso accertare il rispetto delle procedure di preparazione, conservazione e somministrazione degli alimenti, dello stato igienico e strutturale dei locali di ristorazione e degli esercizi di vendita e di stoccaggio degli alimenti”. Sono state sequestrate, in totale 700 tonnellate di prodotti alimentari poichè “non idonei al consumo in quanto privi di tracciabilità, in cattivo stato di conservazione e con etichettature irregolare”, per un valore commerciale di circa 3 milioni di euro. Sono state 1.155 le ispezioni che hanno determinato l’accertamento di irregolarità in 506 strutture, ovvero il 43% circa degli obiettivi controllati, a seguito delle quali sono state segnalate all’autorità giudiziaria e a quella sanitaria “490 operatori di settore e contestate oltre 740 sanzioni amministrative per un valore complessivo di oltre 600mila euro”. Tra le irregolarità rilevate, si legge ancora, quelle relative ad “alimenti in cattivo stato di conservazione, procedure preventive di autocontrollo aziendali inosservate o addirittura mai predisposte, utilizzo di alimenti con etichettature non in lingua italiana o prive di informazioni utili per ricostruirne la rintracciabilità”.
Le altre criticità riscontrate dai Nas
Nell’ambito dei controlli, è emerso, “particolare attenzione è stata riservata al mantenimento della catena del freddo, in relazione ai cibi da mangiare crudi, ed ai canali di importazione e distribuzione delle derrate alimentari e delle materie prime provenienti da Paesi esteri, gestiti da aziende di commercio all’ingrosso, di deposito e di trasporto”. Oltre alle criticità segnalate, i Nas hanno riscontrato anche frequenti casi di “magazzini abusivi di stoccaggio dei prodotti, cucine mantenute in pessime condizioni igienico-sanitarie, ambienti mancanti dei minimi requisiti sanitari, strutturali e di sicurezza per i lavoratori”. Tali violazioni, hanno detto le autorità, hanno condotto all'applicazione di provvedimenti di chiusura o sospensione dell'attività di 35 imprese commerciali, il cui valore economico ammonta ad oltre 7 milioni e 300mila euro.
Il commento di Coldiretti
A seguito della maxi-operazione, tra l’altro, è arrivato poi l’apprezzamento di Coldiretti. “Nella maggior parte dei casi si tratta di prodotti provenienti dall'estero con livelli di sicurezza più bassi rispetto a quelli nazionali”, ha fatto sapere l’associazione. “Non a caso cibi stranieri importati in Italia hanno provocato quasi un allarme alimentare al giorno secondo il rapporto 2021 del sistema di allerta Rapido (Rassf), a causa della presenza di residui chimici, micotossine, metalli pesanti, inquinanti microbiologici, diossine o additivi e coloranti”.