Diabete, fino ad 1 paziente su 3 è a rischio di ulcere del piede

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Si tratta di uno tra i dati diffusi dall'Associazione Medici Diabetologi (AMD) e dalla Società Italiana di Diabetologia (SID), i cui esperti si riuniranno in un evento sul tema. Al centro delle discussioni anche quello del piede diabetico, una delle più temibili complicanze del diabete mellito che può causare il restringimento delle arterie portando alla riduzione dell’afflusso di sangue agli arti inferiori. Oltre ad essere responsabile dell'insorgenza dell'ulcera del piede, manifestazione clinica invalidante

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Il diabete può rischiare di far sviluppare ulcere del piede, la prima causa di amputazione non traumatica, in circa un paziente su tre (19-34% dei pazienti). Si tratta di uno tra i dati diffusi dall'Associazione Medici Diabetologi (AMD) e dalla Società Italiana di Diabetologia (SID), i cui esperti si riuniranno a Roma in occasione del secondo “Expert Meeting” italiano, in programma il 24 giugno.

Il piede diabetico

Il piede diabetico è una delle più temibili complicanze del diabete mellito che può causare il restringimento delle arterie portando alla riduzione dell’afflusso di sangue agli arti inferiori, in particolare proprio ai piedi, e rappresenta secondo gli specialisti la complicanza cardiovascolare più temibile e più costosa per chi soffre della patologia, oltre ad essere responsabile dell'insorgenza dell'ulcera del piede, manifestazione clinica particolarmente invalidante. Secondo le stime degli esperti, infatti, nel mondo ogni 20 secondi una persona con diabete deve subire un'amputazione, con un impatto deciso sulla qualità e sull'aspettativa di vita, abbassatasi a 5 anni nel 70% dei casi di amputazione maggiore. I dati, hanno riferito ancora gli esperti, risultano poi ancora più allarmanti considerando che, sempre secondo le stime, il diabete potrebbe arrivare a colpire circa 640 milioni di persone entro il 2040. L'evento promosso da AMD e SID avrà proprio lo scopo di richiamare l'attenzione sulla necessità di condividere le linee guida internazionali sul piede diabetico, con l’obiettivo di garantire un'assistenza adeguata e sostenibile, uniformando i percorsi di diagnosi e di cura della problematica su tutto il territorio nazionale.

La sfida per contrastare la diffusione del piede diabetico

Come riferito da Cristiana Vermigli, coordinatrice del gruppo di studio sul piede diabetico SID-AMD, e da Cesare Miranda, coordinatore eletto, “la sfida per contrastare la diffusione del piede diabetico è, innanzitutto, prevenire le lesioni e, una volta formatesi, ottenere una riparazione nei tempi più rapidi e sostenibili possibili”. La presenza di una lesione, hanno spiegato ancora, “espone quotidianamente la persona con diabete ad un rischio potenziale di infezione e quindi di ospedalizzazione e amputazione, con ripercussioni importanti sulla qualità e aspettativa di vita”. Tra gli obiettivi del gruppo di studio italiano sul piede diabetico, inter-associativo di SID e AMD, c’è anche quello di sensibilizzare le autorità politiche e i responsabili delle aziende ospedaliere e territoriali ad una maggiore attenzione verso i percorsi di cura sul tema, oltre che promuovere l'uso dei trattamenti più innovativi e presenti nelle linee guida, supportati da una specifica analisi clinica e di costo-efficacia.

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