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Il diabete di tipo 2 può accelerare l’invecchiamento cerebrale e cognitivo: lo studio

Salute e Benessere
©Ansa

Lo ha segnalato un lavoro di ricerca condotto dagli studiosi della State University of New York e del Massachusetts General che ha analizzato i dati relativi a 20mila pazienti di età compresa tra i 50 e gli 80 anni, di cui poco più di 1.000 con diabete di tipo 2

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Il diabete mellito di tipo 2 è una malattia cronica caratterizzata da elevati livelli di glucosio nel sangue e dovuta a un'alterazione della quantità o del funzionamento dell'insulina. Questa patologia, in base a quanto emerso da uno studio condotto dagli studiosi della State University of New York e del Massachusetts General, i cui esiti sono stati pubblicati sulla rivista “eLife”, può accelerare del 26% il processo di invecchiamento cerebrale e cognitivo.

I dati emersi dallo studio

Come riferito da Botond Antal, primo autore dello studio, “le valutazioni cliniche di routine per la diagnosi del diabete si concentrano in genere sulla glicemia, i livelli di insulina e la percentuale di massa corporea”. Tuttavia, però, “gli effetti neurologici del diabete di tipo 2 possono rivelarsi molti anni prima. E quando il diabete viene diagnosticato, dunque, i pazienti potrebbero avere già iniziato a subire danni cerebrali irreversibili”, ha aggiunto l’esperto. Per far luce sul tema e per definire il maggiore impatto del diabete sul cervello, in paragone al normale invecchiamento, i ricercatori hanno analizzato i dati relativi a 20mila pazienti di età compresa tra i 50 e gli 80 anni, di cui poco più di 1.000 con diabete di tipo 2. La valutazione di questi dati ha permesso di constatare che sia l'invecchiamento sia il diabete di tipo 2 riescono ad innescare cambiamenti nelle funzioni esecutive come la memoria di lavoro, l'apprendimento e il pensiero flessibile, oltre a cambiamenti nella velocità di elaborazione del cervello. E i pazienti con diabete hanno manifestato un'ulteriore diminuzione, pari al 13,1%, relativa alla funzione esecutiva, oltre agli effetti legati all'età. Con la velocità di elaborazione che è scesa di un altro 6,7% rispetto alle persone della stessa età ma senza una diagnosi di diabete. Ciò che è stato possibile sottolineare, dunque, è che le persone con diabete di tipo 2 hanno fatto riscontrare prestazioni cognitive decisamente inferiori rispetto ad individui sani che avevano la stessa età e un'istruzione simile.

La ricerca sui biomarcatori cerebrali per il diabete di tipo 2

Lo studio, inoltre, ha anche messo a confronto la struttura e l'attività del cervello tra persone con e senza diabete, servendosi delle scansioni ottenute attraverso l’esame della risonanza magnetica. L’analisi degli esami, in quest’ottica, ha mostrato una diminuzione fisiologica della materia grigia del cervello con l'età ma, nelle persone con diagnosi di diabete, è stata riscontrata un'ulteriore diminuzione del 6,2% della sostanza grigia nello striato ventrale, oltre ad una perdita di materia grigia in altre regioni del cervello. Come confermato da Lilianne Mujica-Parodi, che ha coordinato la ricerca, i risultati ottenuti nel corso di questo studio “sottolineano la necessità di fare ricerca sui biomarcatori cerebrali per il diabete di tipo 2 e sulle strategie di trattamento che mirano specificamente ai suoi effetti neuro cognitivi”.

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