Malaria e zanzare, studio: 30% punture avviene di giorno, rivedere prevenzione

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È quanto emerso da un nuovo studio condotto da un team di ricercatori internazionali, coordinato dall'Institut de recherche pour le développement di Montpellier, che ha monitorato il comportamento di diverse specie di zanzare appartenenti alla famiglia Anopheles a Bangui, la capitale della Repubblica Centrafricana

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Quasi un terzo delle punture di zanzara, responsabile della trasmissione della malaria,  avviene negli ambienti chiusi durante le ore diurne. È quanto emerso da un nuovo studio condotto da un team di ricercatori internazionali, coordinato dall'Institut de recherche pour le développement di Montpellier, che invita a rivedere le strategie di prevenzione della malaria, che attualmente tendono a concentrarsi durante la notte.

Lo studio nel dettaglio

"Si ritiene che la trasmissione di parassiti del genere Plasmodium avvenga principalmente dal tramonto all'alba, quando i loro vettori, le zanzare del genere Anopheles, si nutrono di ospiti umani che sono a riposo o addormentati", hanno spiegato gli studiosi sulle pagine della rivista dell'Accademia americana delle scienze (Pnas), sottolineando che "le attuali tattiche di controllo dei vettori sfruttano questi comportamenti al fine di ridurre la trasmissione usando due interventi: proteggere l'uomo con zanzariere impregnate con insetticida e usare insetticidi nelle case". Nel corso dello studio, i ricercatori hanno cercato di indagare il motivo per cui queste strategie sembrano aver raggiunto il massimo delle loro potenzialità senza essere in grado di prevenire una quota importante di infezioni. Per farlo hanno monitorato il comportamento di diverse specie di zanzare appartenenti alla famiglia Anopheles a Bangui, la capitale della Repubblica Centrafricana.

I risultati

Dall'analisi è emerso che tra il 20 e il 30% delle punture degli insetti si concentra nelle ore diurne. Ciò significa che se anche le misure di prevenzione attualmente in uso fossero efficaci al 100% rimarrebbe una quota residua di trasmissione della malattia. "Si teme, pertanto, che l'obiettivo di eliminazione della malaria basato sugli attuali interventi di controllo possa essere compromesso dalla trasmissione residua della malaria", ha sottolineato il team di ricerca, secondo cui "il contrasto di questo fenomeno dovrebbe basarsi su una migliore conoscenza della biologia e del comportamento dei vettori, con l'obiettivo di sviluppare interventi più adeguati".

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