
Covid, è possibile la reinfezione dopo aver contratto Omicron? Lo studio
Secondo una ricerca coordinata dall'Africa Health Research Institute - non ancora sottoposta a peer review - chi si è ammalato con la mutazione BA.1 ha una protezione ridotta alle BA.4 e BA.5. Nei non vaccinati si rileva un calo della capacità neutralizzante di 36 volte contro BA.4 e 37 contro BA.5, in chi è immunizzato di 3,2 volte contro BA.4 e 2,6 volte contro BA.5

Chi ha avuto il Covid contraendo la variante Omicron BA.1 ha solo una protezione ridotta nei confronti delle sotto-varianti BA.4 e BA.5, soprattutto se non è vaccinato, e potrebbe quindi ammalarsi di nuovo. È quanto emerge da uno studio coordinato dall'Africa Health Research Institute di Durban, in Sudafrica, e pubblicato su medRxiv, piattaforma che rende disponibili le ricerche non ancora sottoposte a peer review da parte della comunità scientifica
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Le sotto-varianti BA.4 e BA.5 hanno avuto origine rispettivamente a metà dicembre e ai primi di gennaio e da aprile hanno cominciato a diffondersi soprattutto in Sudafrica, dove oggi sono responsabili di circa i tre quarti delle infezioni
Lo studio coordinato dall'Africa Health Research Institute
Nello studio, i ricercatori sudafricani hanno verificato la capacità di neutralizzare le due varianti con il siero di 39 persone che avevano contratto Omicron BA.1: 24 di loro non erano vaccinate, le rimanenti 15 si erano ammalate nonostante avessero ricevuto il vaccino Pfizer-BioNTech o Johnson & Johnson
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Il siero era stato prelevato in media 23 giorni dopo l'insorgenza dei sintomi, "corrispondente al momento in cui l'immunità neutralizzante contro Omicron BA.1 si sviluppa e raggiunge il massimo". Lo studio ha rilevato nei non vaccinati un calo della capacità neutralizzante di 36 volte contro BA.4 e 37 contro BA.5 rispetto alla sotto-variante BA.1
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Più contenuto il calo di protezione nelle persone vaccinate: in tal caso si è osservata una riduzione 3,2 volte contro BA.4 e 2,6 volte contro BA.5. In termini assoluti, tra vaccinati e non vaccinati, si è osservata una differenza protettiva di circa 5 volte
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Ciò fa pensare, secondo i ricercatori, che "BA.4 e BA.5 abbiano il potenziale per provocare una nuova ondata di infezione". Almeno in Sudafrica, dove il picco l'ultima ondata si è verificata ormai da più di 4 mesi ed è legata proprio alla sotto-variante BA.1. Al momento non è ancora noto, invece, se la stessa riduzione di protezione si verifichi anche nelle persone che siano state infettate dalla sotto-variante BA.2

Secondo un altro studio condotto da ricercatori dell'università di Innsbruck e pubblicato sul New England Journal of Medicine, gli anticorpi sviluppati a seguito di un'infezione da Omicron non riconoscono efficacemente anche le altre varianti del virus SarsCoV2. Le persone non vaccinate che si sono ammalate con Omicron, dunque, potrebbero non essere protette se emergesse una variante più simile ad Alfa, Beta, Gamma o Delta
Lo studio pubblicato sul New England Journal of Medicine
Nei giorni scorsi l’Iss ha fatto sapere che in Italia “si conferma l'aumento della quota di reinfezioni di Covid, che supera largamente il 4% nelle ultime settimane. Questa è una tendenza cui ci ha abituato la variante Omicron e che probabilmente continueremo a vedere anche nelle prossime settimane"

Dal 24 agosto 2021 al 20 aprile 2022 sono stati segnalati 357.379 casi di reinfezione da Covid, pari al 3,2% del totale dei casi notificati - ha fatto sapere l’Iss - Nella penultima settimana di aprile la percentuale di reinfezioni è stata del 4,5% sul totale del casi, in aumento rispetto alla settimana precedente quando era 4,4%

Secondo l’Iss, il rischio di reinfezione è più alto in chi ha avuto una prima diagnosi 210 giorni prima e in chi non è vaccinato o è vaccinato con almeno una dose da oltre 120 giorni rispetto ai vaccinati con almeno una dose entro i 120 giorni.