Sviluppati dei neuroni "mascherati" per ingannare il cervello. Lo studio

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Messi a punto da un team di ricercatori del centro di Napoli dell'Istituto Italiano di Tecnologia (Iit) potrebbero essere utilizzati, nell'ambito delle malattie neurodegenerative, per ripristinare le connessioni neuronali danneggiate

 

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I risultati di un nuovo studio italiano aprono la strada allo sviluppo di nuove terapie per combattere le malattie neurodegenerative.
Un team di ricercatori del centro di Napoli dell'Istituto Italiano di Tecnologia (Iit), in collaborazione con l'Università Federico II di Napoli e l'Università Tecnica di Aquisgrana, in Germania, ha messo a punto dei neuroni artificiali travestiti da cellule in grado di ingannare le cellule del cervello e farsi accettare. Il risultato è stato pubblicato sulle pagine della rivista specializzata Advanced Materials.

Possibili applicazioni

I neuroni "mascherati" potrebbero essere utilizzati, nell'ambito delle malattie neurodegenerative, per ripristinare le connessioni neuronali danneggiate. Ma non solo. La loro applicazione si presta potenzialmente anche nei casi di amputazione, per collegare le terminazioni nervose biologiche preservate e i circuiti delle protesi artificiali robotiche di nuova generazione.

Lo studio nel dettaglio

Per mettere a punto i neuroni "mascherati", i ricercatori dell'Iit sono partiti da un dispositivo artificiale a cui è stato dato l'aspetto di una cellula, riproducendo in laboratorio le caratteristiche tipiche della membrana cellulare sul chip. 2 gli obiettivi del lavoro: riuscire a ingannare le cellule del sistema nervoso, spingendole a riconoscere il dispositivo come parte del loro ambiente biologico e migliorare il passaggio dell'impulso nervoso tra cellula e chip. "Il vantaggio di un dispositivo biomimetico è duplice", ha spiegato il ricercatore Ugo Bruno. "Non solo il tessuto biologico non risente del trauma causato dall'introduzione di un elemento estraneo, ma il fatto che i neuroni artificiali imitino le membrane dona anche ai dispositivi elettronici la capacità di tenere memoria degli stimoli esterni, proprio come fanno i neuroni", ha aggiunto. Il prossimo obiettivo dei ricercatori è riuscire ad elaborare un dispositivo provvisto di una membrana cellulare più complessa e più simile a quella di una cellula nervosa, che sia anche in grado di rilasciare e ricevere neurotrasmettitori.

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