Usa, trapianto multiorgano a donna senza cibi solidi da 10 anni

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La complessa operazione è durata circa dieci ore. La vicenda, che arriva dalla Carolina del Nord, riguarda Sarah Granados, 36 anni. La donna, mamma di tre figli, per oltre un decennio non ha potuto assumere cibi solidi a causa di una rara malattia. Ora, dopo aver ricevuto stomaco, pancreas ed intestino da un donatore compatibile, sta combattendo affinchè il suo corpo continui ad accettare gli organi trapianti

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Si chiama Sarah Granados, ha 36 anni e non è stata in grado, per oltre un decennio, di assumere cibi solidi a causa di una rara malattia. Per questo, la donna è stata sottoposta ad un trapianto multiorgano che le ha cambiato la vita, grazie ad un nuovo stomaco, un nuovo pancreas ed un nuovo intestino.

La storia della donna

La storia della giovane donna della Carolina del Nord è stata raccontata, tra gli altri, anche dal portale “Abc News”. Granados, madre di tre figli, ha aspettato 444 giorni prima di affrontare il complesso trapianto, avvenuto il 14 novembre scorso presso l'Indiana University Health. Il suo calvario era iniziato nel 2012, quando ha subìto quello che era considerato un intervento chirurgico di routine con l’obiettivo di rimuovere la cistifellea, a causa del possibile sviluppo di un tumore in quell’area. Sebbene l'intervento chirurgico non abbia avuto complicazioni, i medici ritengono che la donna abbia avuto ripercussioni in quanto affetta dalla sindrome di Ehlers-Danlos ipermobile, nome sotto il quale rientrano diverse malattie ereditarie del tessuto connettivo che possono causare disfunzioni gastrointestinali e con una frequenza complessiva stimata intorno a 1 caso su 5.000-30.000 individui. Dopo l'intervento, infatti, la donna aveva riferito l’impossibilità di mangiare cibi solidi ed è stata costretta ad alimentarsi attraverso un tubo. I medici, riporta l’articolo, le avevano diagnosticato nello specifico una grave gastroparesi, un disturbo che “rallenta o interrompe il movimento del cibo dallo stomaco all'intestino tenue", come riferiscono gli esperti del National Institutes of Health.

Le complicazioni

Dopo sei anni in cui è stata alimentata con un tubo, Granados ha subìto un secondo intervento chirurgico, più precisamente una gastrectomia per rimuovere lo stomaco e parte del suo intestino tenue. Era il 2018 e le complicazioni relative a quell'intervento, ha spiegato la donna, l'hanno condotta ad un'insufficienza intestinale per cui le è stata diagnosticata una pseudo-ostruzione, una condizione rara che si verifica quando l'intestino risulta “bloccato”. Sarah, quindi, viene sottoposta ad una particolare condizione per ricevere il cibo di cui ha bisogno, una misura salvavita che fornisce nutrienti per via endovenosa. “Fu in quel momento che i medici mi dissero che avrei avuto bisogno di un trapianto o la mia aspettativa di vita, probabilmente, sarebbe stata solo di pochi anni”, ha raccontato. Gli specialisti, infatti, stabilirono che occorresse un trapianto del sistema gastrointestinale, una procedura rara che si verifica solo in circa 100 pazienti in tutto il mondo ogni anno, come sottolineato dal dottor Richard Mangus, chirurgico che ha eseguito il trapianto sulla 36enne. La donna, così, è stata inserita nella lista dei trapianti nel 2020, durante la pandemia di coronavirus, e ha trascorso gran parte del tempo prima del trapianto in ospedale. È stata ricoverata in un ospedale della Carolina del Nord fino allo scorso novembre, quando è stato trovato un donatore di stomaco, pancreas e intestino tenue e crasso ritenuto compatibile.

Un intervento durato circa 10 ore

La complessa procedura di trapianto è durata circa 10 ore e ha coinvolto diversi medici. Da quel giorno, Sarah ha raccontato di aver pensato ogni istante al donatore, che lei chiama il suo “angelo”. “Non posso cambiare il fatto che esistano persone che muoiono prematuramente, ma credo davvero che ci siano angeli pronti a salvare altre persone”, ha detto. “E nel mio caso, i medici dicevano che c'era una possibilità su un milione, quindi sono stata molto fortunata. Non passa un'ora in cui io non sia consapevole del fatto che ora sto vivendo con qualcun altro dentro di me. È un privilegio, ma è anche qualcosa che considero in maniera molto profonda”, ha sottolineato. Attualmente la giovane donna, che ha riabbracciato i suoi figli dopo una lunghissima degenza, sta seguendo un regime composto da 33 farmaci al giorno per combattere affinché il suo corpo continui ad accettare gli organi trapiantati.

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