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Covid, Speranza: “La pandemia non è evaporata ma ora maggiore fiducia”

Salute e Benessere

Lo ha detto il ministro della Salute, intervenendo nel corso del digital talk “Smart è chi smart fa”. A poter consentire di “guardare con maggiore fiducia ai prossimi mesi”, anche la campagna di vaccinazione anti-Covid. In Italia, ha detto Speranza, “il 91% delle persone sopra i 12 anni ha avuto una prima dose di vaccino e oltre l'88% ha completato il ciclo primario”

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“La pandemia non è magicamente evaporata, ci siamo ancora dentro come dicono anche dall'Ecdc, ma l'altissimo tasso di vaccinazione e questa nuova variante ci mettono nella condizione di guardare con maggiore fiducia ai prossimi mesi”. Sono le parole del ministro della Salute Roberto Speranza, riferite nel corso del digital talk “Smart è chi smart fa”, in riferimento all’attuale situazione sanitaria nel nostro Paese, alla campagna di vaccinazione e alla variante Omicron del coronavirus.

Alcuni dati sulla vaccinazione in Italia

Proprio a proposito del vaccino anti-Covid, Speranza ha sottolineato alcuni dati. “Il 91% delle persone sopra i 12 anni, in Italia, ha avuto una prima dose di vaccino e oltre l'88% ha completato il ciclo primario”, ha riferito. “E ancora c'è una parte significativa di popolazione che continua a fare il booster, che è l'elemento maggiormente protettivo contro Omicron”, ha spiegato ancora.

“Ora immaginare l’uso dello smart working per il futuro”

Tra i temi toccati dal ministro della Salute anche quello legato allo smart working, uno tra i provvedimenti presi in considerazione nella lotta alla pandemia di Covid-19. “Ha rappresentato uno strumento importante anche dal punto di vista della tutela sanitaria, nella prima fase della pandemia non avevamo i vaccini e le misure non farmacologiche hanno rappresentato l'unica arma di cui disponevamo per contenere il contagio”, ha detto Speranza. “Quindi il lavoro agile è stato un pezzo della politica di distanziamento che ha prodotto i suoi effetti”, ha aggiunto. “Ora si tratta di capire come immaginare un suo utilizzo intelligente per il futuro, dentro una stagione in cui non avremo la pressione di una rottura totale delle relazioni come nella prima fase dell'epidemia. Lo smart working è uno strumento che può essere affinato e usato anche alla luce dell'esperienza messa in campo”, ha poi concluso.

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