Lo ha detto Erik Lavevaz, governatore della Valle d’Aosta, commentando l’attuale situazione della Regione. La zona rossa “vorrebbe dire chiudere gli impianti di risalita, in un momento in cui c'è un po’ di ripresa rispetto all'anno scorso”, ha spiegato. “Abbiamo passato una stagione invernale, la scorsa, con gli impianti chiusi e questo è stato un problema pesantissimo da affrontare, un'altra chiusura adesso sarebbe per noi veramente disastrosa", ha poi sottolineato ancora
“Un passaggio in zona rossa, per noi, sarebbe la tragedia”. Lo ha detto, intervistato da Sky TG24 il presidente della Regione Valle d'Aosta, Erik Lavevaz. Se accadesse, ha spiegato, “vorrebbe dire chiudere gli impianti di risalita, in un momento in cui c'è un po’ di ripresa rispetto all'anno scorso”. Attualmente la Regione si trova in “zona arancione perché abbiamo piccoli numeri, abbiamo chiesto un conteggio puntuale per chi è ricoverato con sintomi e anche chi per altre ragioni, ma è risultato positivo ad un tampone”, ha aggiunto Lavevaz. Per esempio, ha sottolineato ancora, “ora abbiamo sette persone in terapia intensiva e di questi l'unica persona vaccinata è ricoverata per un politrauma, non avendo nulla a che vedere con il Covid”. “Abbiamo passato una stagione invernale, la scorsa, con gli impianti chiusi e questo è stato un problema pesantissimo da affrontare, un'altra chiusura adesso sarebbe per noi veramente disastrosa quindi dobbiamo cercare di evitarla in tutti i modi possibili”, ha quindi confermato il governatore.
Con la zona arancione “numero chiuso sulle piste da sci”
Intanto, proprio a partire da oggi, le piste da sci in Valle d’Aosta dovranno garantire l’accesso a numero chiuso. Si tratta della principale novità che riguarda la Regione alpina, diventata arancione per aver superato tutti gli indicatori critici, tra cui l'alto numero dei contagi e di ricoveri. Lo ha confermato all’agenzia Agi Herbert Tovagliari, presidente e amministratore delegato di Cervino Spa, società che gestisce gli impianti di Breuil-Cervinia, Valtournenche, Torgnon e Chamois, ovvero alcuni tra i più grandi comprensori sciistici delle Alpi italiane. Con il passaggio in zona arancione, infatti, alla Regione viene imposto “un contingentamento, un numero chiuso massimo di persone che possono accedere agli impianti”, ha detto. Quali le cifre in questione? Si tratta di un numero che “è in corso di definizione e sarà reso noto a brevissimo, ma che dalle stime che abbiamo fatto dovrebbe essere sufficiente a garantirci una buona offerta di posti per i clienti”, ha riferito Tovagliari. “Questo perchè gennaio è un mese di bassa stagione” e, di conseguenza, “in questo periodo, non sforeremo quel numero sicuramente”.
Il possibile scenario da fine febbraio
La situazione, però, potrebbe essere diversa già a partire da fine febbraio, ma si valuterà con il passare dei giorni. “Potremmo avere qualche problema nelle giornate di massimo picco di affluenza, a carnevale”, ha continuato Tovagliari, ma per adesso gli esperti non segnalano nessun allarme. La limitazione del numero di persone, comunque, non riguarda la percentuale di ingressi negli impianti di risalita, chiusi o aperti che siano, ma strettamente la presenza sulle piste. “Il numero di persone che possono accedere al comprensorio è l'unica differenza impattante” con il cambio di colorazione, ha spiegato l’ad di Cervino Spa. “Per il resto, già dal 10 gennaio scorso, per salire in vetta era necessario avere il Green pass rafforzato”, ha spiegato ancora.