Secondo una meta-analisi dei ricercatori del King's College di Londra nei soggetti con emicrania si ridurrebbe la fase Rem, che coinvolge la maggior parte dell'attività cerebrale ed è fondamentale per l'apprendimento e la funzione della memoria
L'emicrania potrebbe influire sul riposo, andando a ridurre il sonno di qualità sia degli adulti sia dei bambini. A suggerirlo sono i dati emersi da una meta-analisi condotta da un team di ricercatori del King's College di Londra, secondo cui la riduzione del sonno nei soggetti con emicrania avverrebbe nella fase Rem (Rapid eye movement, quelle dei sogni vividi), che coinvolge la maggior parte dell'attività cerebrale ed è fondamentale per l'apprendimento e la funzione della memoria.
Dallo studio è, inoltre, emerso che i bambini con emicrania dormono meno tempo rispetto ai loro coetanei ma impiegano minor tempo per addormentarsi.
Lo studio nel dettaglio
Per compiere lo studio, pubblicato su Neurology, la rivista medica dell'American Academy of Neurology, il team di ricerca ha analizzato i risultati emersi da 32 ricerche di settore che hanno coinvolto in totale 10.243 soggetti. Studiando il sonno dei bimbi con emicrania, i ricercatori hanno scoperto che avevano un tempo di sonno totale inferiore, più tempo di veglia e che impiegavano meno tempo per addormentarsi rispetto ai coetanei senza emicrania.
Emicrania nei bambini, studio smentisce l’esistenza di “cibi vietati”
Tra le ultime novità del settore, un recente studio condotto dai ricercatori del Dipartimento di Neuroscienze dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, ha smentito l’esistenza di un elenco di “cibi vietati” per i bambini che soffrono di emicrania. La ricerca, basata sull’analisi della letteratura scientifica esistente in materia e pubblicata sulla rivista internazionale Nutrients, indica, infatti, che solo la verifica nel singolo paziente di una relazione diretta tra l’insorgere del mal di testa e il consumo di un certo alimento può far nascere un sospetto.
In particolare i ricercatori hanno rivelato l'assenza di un legame tra l'assunzione di cibi come cioccolato, alimenti contenenti glutammato di sodio e nitriti (presenti in particolare negli insaccati), e una maggiore propensione al mal di testa nei più piccoli. In generale, i ricercatori del Bambino Gesù ritengono errato togliere questi alimenti a tutti i soggetti che soffrono di emicrania. Secondo Massimo Valeriani, responsabile di Degenza neurologica e coordinatore dello studio, gli esperti devono “chiedere alla famiglia di verificare se esista un rapporto costante tra l’assunzione di un certo alimento e la comparsa, in breve intervallo, di mal di testa. Solo in questo caso si potrà procedere a togliere quello specifico alimento dalla dieta. Inoltre, spesso i bambini emicranici vengono sottoposti a esami per allergie o intolleranze per alimenti come pomodoro, semi (nocciole, arachidi), lattosio, nichel e glutine, che però non hanno nulla a che vedere con l’emicrania”.