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Studio Uk: oltre un terzo dei 46-48enni ha malattie croniche

Salute e Benessere
©Ansa

L'alto consumo alcol è il problema più diffuso, seguito da mal di schiena, problemi mentali  e pressione alta. È quanto emerso da un nuovo studio dell'University College di Londra

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Secondo un nuovo studio dell'University College di Londra oltre un adulto britannico su tre (intorno a 46-48 anni di età) soffre di due o più problemi di salute cronici, come l'alcolismo, mal di schiena ricorrente, ipertensione e diabete. Inoltre, chi ha un livello socioeconomico più basso correrebbe un maggior rischio di avere più problemi di salute in questa fascia d'età.

Lo studio nel dettaglio

Per compiere lo studio, pubblicato su Bmc Public Health, il team di ricerca ha analizzato i dati di un campione composto da quasi 8mila soggetti che avevano partecipato a una ricerca analoga nel 1970. Ai partecipanti, sottoposti a diverse analisi, è stato chiesto di rispondere a specifici questionari sullo stato di salute. Dallo studio è emerso che il 34% delle persone tra i 46 e i 48 anni ha due o più problemi di salute cronica. Nello specifico, le patologie più riscontrate sono il consumo ad alto rischio dell'alcol (26%), problemi alla schiena ricorrenti (21%), problemi mentali (19%) e pressione alta (16%). Seguono asma o bronchite (12%), l'artrite (8%) e il diabete (5%). Secondo l'autore principale dello studio, Dawid Gondek, è preoccupante vedere una proporzione così alta di problemi in una popolazione relativamente giovane. "Una porzione sostanziale della popolazione soffre già di problemi multipli fisici e mentali alla fine dei 40. Non è una buona prospettiva per una popolazione che invecchia, che ci si aspetta viva molti più anni ma non in buona salute", ha spiegato Gondek alla Bbc.
Abbiamo, inoltre, scoperto, "che gli adulti provenienti da contesti più svantaggiati, quelli che erano stati in sovrappeso o obesi da bambini e quelli che avevano sperimentato problemi di salute mentale da adolescenti erano tutti a maggior rischio di cattiva salute in seguito", ha spiegato il professor George Ploubidis, dell'University College di Londra. Secondo il ricercatore, se queste associazioni saranno confermate, tramite "pratiche mirate a queste aree chiave nell'infanzia e nell'adolescenza" sarà possibile "migliorare la salute delle generazioni future e alleviare le potenziali pressioni sul servizio sanitario nazionale".