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Consumo zuccheri, Efsa: non è possibile fissare una soglia di rischio

Salute e Benessere
©Ansa

Lo ha stabilito una valutazione provvisoria condotta da un gruppo di esperti scientifici dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare, dopo aver passato al vaglio oltre 30mila pubblicazioni

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Non è possibile fissare su base scientifica un livello massimo di assunzione tollerabile di zuccheri alimentari, al di sotto del quale il consumo non provochi problemi di salute. Lo ha stabilito una valutazione provvisoria condotta da un gruppo di esperti scientifici sulla nutrizione dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), dopo aver passato al vaglio oltre 30mila pubblicazioni. Le conclusioni dell'Efsa circa la sicurezza degli zuccheri alimentari sono state pubblicate in un progetto di parere sul quale è stata avviata una consultazione pubblica. "Il lavoro svolto finora è stato estremamente complesso. I nostri esperti e il nostro personale interno si sono adoperati in modo straordinario per raggiungere questo traguardo, avvalendosi dei più elevati standard di rigore scientifico nel corso dell’intero processo", ha commentato Valeriu Curtui, a capo dell’unità nutrizione dell’Efsa. Il progetto verrà discusso in un incontro pubblico in programma il 21 settembre. 

Confermato legame tra zuccheri e problemi di salute

Gli esperti, "con relativi gradi di certezza" confermano la correlazione tra l'assunzione di diverse tipologie di zuccheri e il rischio di sviluppare una serie di problemi di salute, tra cui obesità, diabete e carie. Ritengono, inoltre, che il consumo di zuccheri aggiunti e liberi debba essere limitato il più possibile. In una nota l'Efsa precisa che "lo scopo di queste informazioni è assistere gli Stati membri dell’Ue nella definizione di obiettivi nutrizionali per la popolazione e/o di raccomandazioni sanitarie per i singoli cittadini sul territorio nazionale". Tuttavia, come ha spiegato Valeriu Curtui, il parere "non va inteso come una bozza di future raccomandazioni o orientamenti in materia di salute pubblica che sono invece di competenza delle autorità sanitarie nazionali e degli organismi internazionali". "Il nostro approccio è favorire e promuovere le consultazioni, poiché le conoscenze e i dati scientifici supplementari che raccogliamo con tale modalità ci aiutano a consolidare le nostre valutazioni scientifiche", ha aggiunto Curtui.

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