Dietro a questa scelta non si nasconde un esiguo numero di dosi, bensì uno scarso utilizzo delle stesse. Le scorte non mancano, anzi, e alcune Regioni si sono persino trovate nella strana situazione di chiederne la parziale restituzione alla struttura commissariale
Per almeno un mese sono state sospese le consegne alle Regioni dei vaccini di AstraZeneca e di Johnson & Johnson. Dietro a questa scelta non si nasconde un esiguo numero di dosi, bensì uno scarso utilizzo delle stesse. Le scorte non mancano, anzi, e alcune Regioni si sono persino trovate nella strana situazione di chiederne la parziale restituzione alla struttura commissariale. È il caso dell’Emilia-Romagna, che vorrebbe riconsegnare più di 100mila dosi inutilizzate di AstraZeneca. Il Lazio ha addirittura dichiarato di non avere più bisogno di forniture di quel vaccino. Alessio D’Amato, l’assessore alla sanità della Regione, è certo di avere abbastanza fiale per portare a termine i richiami. Una volta finite, si andrà avanti con gli altri vaccini disponibili.
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L’inutilizzo dei vaccini a vettore virale
Nonostante lo stop momentaneo, la struttura commissariale del generale Figliuolo ha comunque messo in chiaro che tutte le Regioni che lo riterranno opportuno potranno chiedere nuove dosi di AstraZeneca e Johnson & Johnson. I dati disponibili indicano che difficilmente qualcuno approfitterà dell’offerta. Nei primi dieci giorni di luglio sono stati somministrati circa 5,4 milioni di vaccini in tutto il territorio nazionale e, tra richiami e prime dosi, Pfizer ha coperto quasi da solo questo totale, con 3,9 milioni di dosi inoculate (1,2 milioni contando solo le prime dosi). A confronto, sono state usate appena 33mila fialette di Johnson & Johnson (monodose) e 7.273 di AstraZeneca. Il vaccino anglo-svedese è usato soprattutto per fare i richiami agli over 60. Ma ormai la copertura vaccinale nelle fasce più anziane della popolazione è a buon punto, dunque l’utilità dei vaccini a vettore virale sta diventando sempre più ridotta.
Le scorte a disposizione
Un ulteriore prova dello scarso utilizzo dei vaccini a vettore virale arriva dalle scorte delle varie Regioni. Le dosi di Johnson & Johnson rappresentano circa il 45% di quelle consegnate, mentre quelle di AstraZeneca si aggirano attorno al 17%. Queste percentuali mettono in evidenza un ulteriore problema: l’inutilizzo delle fialette potrebbe portare, nel corso dei mesi, alla scadenza di interi lotti. Di fronte a una situazione simile, la scelta di sospendere momentaneamente la distribuzione dei vaccini di AstraZeneca e Johnson & Johnson potrebbe rivelarsi una mossa vincente. Varie Regioni, tra cui il Veneto e la Puglia, sono certe di potersela cavare senza problemi con le dosi che hanno già ricevuto.