Alzheimer, un algoritmo potrebbe predire il rischio a 4 anni: lo studio

Salute e Benessere
©Ansa

Messo a punto dai ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, avrebbe un'accuratezza superiore al 90%. Finora è stato testato solo su soggetti a rischio di demenza, già colpiti da una forma di lieve declino cognitivo

Un team di ricercatori dell'Università di Lund in Svezia ha sviluppato un algoritmo che sarebbe in grado di predire con  un'accuratezza del 90% il rischio di ammalarsi di Alzheimer entro 4 anni, combinando i dati ottenuti con un prelievo di sangue e dei brevi test di memoria. Il risultato, descritto sulle pagine della rivista specializzata Nature Medicine, potrebbe rivoluzionare l'accertamento della patologia, offrendo degli strumenti facilmente accessibili per diagnosticare precocemente l'Alzheimer. Ad oggi, infatti, non è disponibile un esame diagnostico alla portata dei clinici. L'accertamento della patologia avviene attraverso una tomografia (PET) o l'esame del fluido cerebro-spinale (che è anche invasivo), due esami costosi e poco praticabili su vasta scala.

Il software nel dettaglio

Per mettere a punto e testare l'accuratezza del software i ricercatori svedesi hanno esaminato un campione composto da 340 soggetti con lieve declino cognitivo inclusi nello studio BioFINDER. I risultati sono stati poi confermati in uno studio nordamericano su 543 persone. Il team di ricerca è così riuscito a mettere a punto un algoritmo che combinando i risultati di un semplice esame del sangue (che misura una variante della proteina tau e un gene di rischio per l'Alzheimer) e tre brevi test cognitivi che richiedono solo 10 minuti per essere completati, sarebbe in grado di predire con una accuratezza di oltre il 90% chi svilupperà l'Alzheimer entro 4 anni.
Il software finora è stato testato solo su soggetti a rischio di demenza, già colpiti da una forma di lieve declino cognitivo. "Questo semplice algoritmo prognostico è di gran lunga più accurato delle proiezioni di clinici esperti di Alzheimer che valutano i pazienti, ma che non possono praticare una PET o l'esame del fluido", ha spiegato il coordinatore dello studio, Oskar Hansson. "Per ora abbiamo sviluppato un prototipo disponibile online per stimare il rischio individuale di una persona con lieve declino cognitivo di ammalarsi nel giro di 4 anni", ha aggiunto l'autore principale dello studio Sebastian Palmqvist. "La nostra speranza è che l'algoritmo sia validato anche in setting assistenziali semplici, nella medicina primaria e anche nei paesi poveri", ha concluso Palmqvist.

approfondimento

Cervello, identificato un “interruttore” contro la neurodegenerazione

Salute e benessere: Più letti