Patologie degli impianti dentali: Intelligenza artificiale aiuta a prevedere esito cure

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I ricercatori dell'University of Michigan School of Dentistry hanno messo a punto un "software", chiamato FARDEEP (Fast and Robust Deconvolution of Expression Profiles), in grado di predire il destino di un impianto dentale, tramite l'analisi dei batteri presenti in sede e della tipologia e concentrazione delle cellule immunitarie

L'Intelligenza artificiale in futuro potrebbe aiutare a predire l'efficacia delle cure contro la perimplantite, una malattia molto diffusa che interessa gli impianti dentali e che può portare alla perdita dell'impianto stesso. A suggerirlo sono i risultati di un nuovo studio, condotto da un team di ricercatori dell'University of Michigan School of Dentistry, che ha messo a punto un "software", chiamato FARDEEP (Fast and Robust Deconvolution of Expression Profiles) e descritto sulla rivista Theranostics, in grado di predire il destino di un impianto dentale, tramite l'analisi dei batteri presenti in sede e della tipologia e concentrazione delle cellule immunitarie.

Perimplantite: forma grave nel 15% dei pazienti

La perimplantite è un infezione batterica che interessa gli impianti dentali e che nelle forme più gravi colpisce fino al 15% dei pazienti (uno su sette a nove anni dall'impianto). Si tratta, come ha spiegato Nicola Marco Sforza, presidente Eletto della Società Italiana di Parodontologia e Implantologia (SIdP), di un'infezione dei tessuti che circondano l'impianto caratterizzata da sanguinamento o suppurazione (presenza di pus) e perdita dell'osso su cui l'impianto stesso è fissato, con conseguente compromissione fino alla perdita dell'impianto.
"La perimplantite rappresenta una condizione patologica derivante da una disregolazione tra la colonizzazione batterica (infezione) e la risposta immunitaria dell'ospite. E pur mostrando diversi aspetti in comune con la parodontite, se ne differenzia, tra le altre cose, per la scarsa prevedibilità della terapia, i cui risultati non sempre sono positivi, soprattutto a lungo termine", ha aggiunto Sforza.

Il nuovo software: possibili applicazioni

Per ovviare a questo problema, i ricercatori hanno sviluppato un nuovo algoritmo che sarebbe in grado di prevedere l'efficacia della terapia per la perimplantite. "L'applicazione di questo algoritmo consentirebbe al clinico di prevedere, prima ancora di effettuare la terapia chirurgica della perimplantite, se l'impianto da trattare possa avere buone possibilità di successo oppure no, suggerendone quindi la rimozione. Tutto ciò con un approccio personalizzato", ha spiegato Sforza, sottolineando che saranno necessari ulteriori studi clinici per confermare i risultati emersi dall'analisi. "Certamente è innegabile che la ricerca scientifica stia procedendo speditamente verso la individualizzazione del profilo microbiologico e immunitario del paziente che si dovrà sottoporre alla terapia implantare. L'obiettivo finale sarà riuscire a predire, con un approccio personalizzato, la migliore performance clinica degli impianti e la possibilità di trattare con successo eventuali complicanze come le perimplantiti", ha concluso il presidente SIdP.

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