Intelligenza artificiale e algoritmi, il libro sul giornalismo del futuro

Tecnologia

Il riconoscimento facciale non è negativo in sé, anzi: aiuta le redazioni a migliorare il loro racconto sui fatti dell’attualità. Il libro "Giornalisti robot" di Aldo Fontanarosa è una guida sull'utilizzo di tutte le tecniche all'avanguardia e sui vantaggi che dà alla professione del giornalista

Telecamere guidate da programmi di intelligenza artificiale che riconoscono il nostro volto, che ci identificano. Il riconoscimento facciale – che si sta facendo largo anche in Paesi democratici ed europei – può avere applicazioni contestabili ed altre, più virtuose. Il film Coded Bias, ora disponibile in Italia su Netflix e su Sky Q, racconta delle proteste di ricercatori universitari, associazioni, comuni cittadini per come il riconoscimento facciale viene utilizzato negli Stati Uniti e in Inghilterra. Un libro – "Giornalisti robot", autore Aldo Fontanarosa, giornalista di Repubblica – spiega invece che il riconoscimento facciale non è negativo in sé, anzi: aiuta le redazioni a migliorare il loro racconto sui fatti dell’attualità.

Il film

Coded Bias, diretto da Shalini Kantayya e premiato al Sundance Film Festival nel 2020, ci porta in un condominio di Brooklyn, a New York dove gli inquilini, spesso di colore, non hanno certo redditi alti. Un giorno, la società proprietaria dello stabile spiega che potranno fare a meno delle chiavi per aprire il portone. Basterà mostrare il volto a una nuovissima telecamera, programmata per aprire il portone solo a chi abita in quel posto. Comodo, no? Gli inquilini sospettano in realtà che la proprietà accumuli dati sul loro comportamento. Se una persona è stata multata perché non ha differenziato i rifiuti, se è bersaglio di una contestazione del vicino perché tiene alta la musica di sera, se non ha pagato il fitto o le rate condominiali, tutte queste informazioni critiche sono associate al suo volto e possono determinare come una pagella dell’inquilino. Su scala condominiale, sarebbe stato sperimentato a Brooklyn quel meccanismo di affidabilità sociale che i cinesi applicano per tutti i cittadini della Repubblica Popolare.

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Il caso: le nozze reali

In tutt’altro ambito, nel giornalismo, il riconoscimento facciale ha avuto applicazioni vantaggiose e corrette. Il libro "Giornalisti Robot" – quasi un’enciclopedia sull’uso dell’intelligenza artificiale nella comunicazione – ci porta al 19 maggio 2018, quando il Principe Harry e Meghan Markle si sposano nella Cappella di San Giorgio al Castello di Windsor. Il sito del New York Times (Usa) si aggiudica i diritti per la trasmissione della cerimonia. Subito la redazione mette in campo anche l’Intelligenza Artificiale e il riconoscimento facciale perché la diretta sia memorabile. Il software di base, fornito da Amazon, si chiama Amazon Rekognition Api. La redazione stila un elenco di 110 potenziali invitati al nuovo matrimonio (la lista, per ragioni di sicurezza, non è pubblica). Ne trasferisce nome e cognome al software perché li mostri in sovrimpressione quando gli invitati sono inquadrati, ma capisce che questo contenuto non basta. Prepara allora anche una nota. Questa nota spiega quando e come l’invitato ha conosciuto uno degli sposi, diventandone amico (foto in basso). Una tecnologia simile a quella del New York Times è usata - nella stessa occasione - da Sky News per la diretta tv nel Regno Unito.

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