In risposta a un forte periodo di stress, le cellule immunitarie smettono temporaneamente di muoversi. È quanto emerso da un nuovo studio condotto da un team di ricercatori dell'Università di Melbourne e del Peter Doherty Institute for Infection and Immunity di Melbourne
Lo stress potrebbe influenzare notevolmente il modo in cui il sistema immunitario risponde alle malattie. A indicarlo sono i risultati di un nuovo studio condotto da un team di ricercatori australiani, dal quale è emerso che i segnali prodotti dai nervi in risposta allo stress sarebbero in grado di impedire alle cellule immunitarie di combattere efficacemente patogeni o tumori. In particolare, l'analisi condotta da Scott Mueller dell'Università di Melbourne e del Peter Doherty Institute for Infection and Immunity di Melbourne ha osservato che in risposta a un forte periodo di stress, le cellule immunitarie smettono temporaneamente di muoversi.
I risultati dello studio, descritto nel dettaglio sulle pagine della rivista specializzata Immunity, aprono la strada allo sviluppo di nuove strategie per superare gli effetti negativi dello stress e migliorare le risposte immunitarie dei pazienti.
Lo studio nel dettaglio
Per compiere lo studio, condotto su topi da laboratorio, il professor Mueller e il suo team hanno analizzato in che modo lo stress influisce sulle cellule del sistema immunitario utilizzando una tecnica avanzata di imaging, la microscopia intravitale, che consente di visualizzare in tempo reale il movimento delle cellule. "Sappiamo in modo aneddotico che quando siamo stressati, abbiamo maggiori probabilità di ammalarci, ma fino ad ora è stato difficile definire esattamente il processo con cui ciò si verifica. L'imaging ci ha mostrato che lo stress causa l'interruzione del movimento delle cellule immunitarie, impedendo loro di raggiungere le parti del corpo in grado di attivare una risposta immunitaria contro infezioni o tumori e di proteggere l'organismo dalle malattie", ha spiegato Scott Mueller, coordinatore dello studio. "Abbiamo anche osservato che i segnali di stress hanno un effetto rapido e efficace sul modo in cui le cellule immunitarie si muovono e che vengono raggiunti diversi tipi di cellule immunitarie e in molte parti diverse del corpo", ha aggiunto. Come spiegato dagli autori dello studio, i risultati dell'analisi potranno aiutare a superare gli effetti negativi dello stress sull'immunità. "Per esempio, i malati di cancro devono affrontare un maggiore stress, il che può contribuire a una ridotta capacità di combattere le malattie, e sarà possibile utilizzare questi risultati per migliorare le risposte immunitarie in tali pazienti", ha spiegato Mueller, sottolineando che saranno necessari ulteriori studi per stabilire quali "tipi di segnali di stress possono disattivare le cellule immunitarie".
"Nella prossima fase del progetto intendiamo studiare i meccanismi di questo processo, utilizzando i risultati per verificare se le risposte immunitarie al cancro sono soppresse dai segnali di stress del sistema nervoso simpatico e quindi se tale fenomeno può essere sfruttato per rafforzare le risposte anti-cancro nei pazienti", ha concluso il ricercatore.