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Vaccino AstraZeneca, cosa c'è da sapere? Le risposte a Sky TG24 del professor Galli. VIDEO

Salute e Benessere

Il direttore della clinica di malattie infettive dell'Ospedale Sacco di Milano ha risposto ad alcune domande riguardo al vaccino, dopo il nuovo via libera alle somministrazioni arrivato da Ema e Aifa. Ha ribadito che è sicuro e ha sottolineato come sia “importante vaccinare tanto e vaccinare subito”

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Massimo Galli, direttore della clinica di malattie infettive dell'Ospedale Sacco di Milano, ai microfoni di Sky TG24 ha risposto ad alcune domande (IL VIDEO INTEGRALE) riguardo al vaccino anti-Covid di AstraZeneca, dopo il nuovo via libera alle somministrazioni (CORONAVIRUS: AGGIORNAMENTI LIVE - SPECIALE - LA SITUAZIONE IN ITALIA CON MAPPE E INFOGRAFICHE).

Le risposte del professor Galli

Alla luce delle conferenze stampa di Ema e Aifa, il vaccino AstraZeneca è sicuro?
Galli: Direi di sì. E direi che lo è quanto lo era prima di tutto questo polverone.


Chi può fare questo vaccino?
Galli: I maggiori di 18 anni, perché non abbiamo sperimentazioni nelle fasce d’età precedenti, e direi tutti. Ci sono anche nuovi dati che danno la possibilità di estendere ragionevolmente il vaccino anche alle persone che hanno più di 65 anni.
 

C’è qualche categoria esclusa, al momento?
Galli: Nessuna. Sono state fatte delle valutazioni in merito a una certa minore efficacia di questo rispetto agli altri due vaccini e ci sono stati dei ragionamenti rispetto alle persone gravemente immunodepresse, dove forse il vaccino con la maggior performance sarebbe giustificato per cercare di evitare il più possibile di avere delle mancate risposte. Però direi che comunque il problema è abbastanza marginale. È molto più importante vaccinare tanto e vaccinare subito.

C’è un legame tra la vaccinazione con AstraZeneca e i casi di trombosi?
Galli: Non credo. E avrei trovato giusto che di questa cosa si occupasse, facendo magari una specifica inchiesta se ritenuto necessario, chi di dovere - e quindi in primo luogo l’Ema, con i suoi contatti nei vari Paesi - piuttosto che arrivare a una sospensione d'emblée che ha fatto certamente molto danno. Un danno che non definirei d’immagine, quanto di fiducia. Nel senso che poi, quando si fanno queste cose, recuperare la fiducia che perdi con iniziative abbastanza sconsiderate come questa è abbastanza complicato.

Il vaccino AstraZeneca è più pericoloso di Pfizer e Moderna?
Galli: Credo che non ci sia nessuna evidenza in questa direzione. I dati britannici, ad esempio, non dicono questa cosa.
 

Esiste un vaccino a rischio zero?
Galli: Non esiste nessun vaccino e nessun farmaco che possa essere considerato a rischio zero. Questo purtroppo ce lo dobbiamo scordare. Qualsiasi vaccino - e qualsiasi farmaco - presenta una minima possibilità di rischio. Per alcuni farmaci, ad esempio, in passato alcuni effetti collaterali imprevisti sono emersi parecchio dopo la loro introduzione in commercio. Per questo è giusto sorvegliare l’andamento delle cose. Ma attribuire, nello specifico, ad AstraZeneca quel tipo di reazioni e fenomeni trombotici era assolutamente prematuro e poteva essere evitato. La procedura per un criterio cosiddetto di precauzione di “chiudere tutto e poi si vedrà” sa un po’ di medicina difensiva, in cui quella che viene salvata è la responsabilità dei governi e degli operatori, ma non viene salvata la tutela reale del cittadino, perché in questo momento è molto più probabile che ci possano essere dei morti da Covid - magari non vaccinati a tempo - piuttosto che dei morti da strani fenomeni trombotici legati a questo vaccino.

Ci sono rischi per chi prende la pillola anticoncezionale?

Galli: Non c’è la più pallida informazione e nemmeno il più vago sospetto che possa indirizzarci in questa direzione, nessun dato che lo suggerisce. E d’altro canto, ripeto, non c’è nessun dato che possa davvero supportare l’ipotesi che il vaccino AstraZeneca sia in grado di causare fenomeni trombotici. Quindi anche tutto questo discorso della pillola, francamente è un discorso che non ha ragion d’essere.

Effetti collaterali ce ne sono per il vaccino AstraZeneca? E se sì, quali?
Galli: Quelli che vengono riportati nei lavori registrativi sono gli effetti collaterali soliti che si vedono quando uno vaccina. E sono soprattutto fenomeni locali in sede di inoculo: gonfiore, bruciore, dolore. Ma non stiamo parlando, tranne che in qualche raro caso, di cose che richiedono interventi eroici.
 

Per quali effetti collaterali va chiamato un medico?
Galli: Non succede quasi mai per effetti collaterali. Ci sono persone che, ad esempio, sviluppano una febbre anche piuttosto importante e fastidiosa. Però attenzione: probabilmente, dai dati che abbiamo, forse più con Pfizer. Anche se non è neanche corretto dire così, perché bisognerebbe fare un confronto e fare dei calcoli di significatività statistica. Direi che tutti i vaccini possono, in alcune persone, causare una febbre. In quel caso varrebbe anche la pena di vedere, soprattutto dopo la prima dose, se nel frattempo la persona non si è beccata qualcos’altro (ad esempio proprio il Covid). Siamo in una pandemia, la gente si può infettare anche a ridosso della vaccinazione.
 

È normale avere sintomi come febbre o dolori alle ossa dopo il vaccino AstraZeneca o alla vaccinazione anti-Covid in generale?
Galli: È normale avercelo per la vaccinazione antinfluenzale, è normale (o meglio, è previsto che una minoranza di casi ce l’abbiano) per la vaccinazione antipneumococcica. Ognuno di noi è diverso e diversamente reagisce nei confronti di quella o quell’altra vaccinazione.

Ci sono farmaci da prendere prima del vaccino come precauzione?

Galli: Io scoraggerei ogni forma di faidate. Direi di prendere consiglio nei contesti dove si va a essere vaccinati. E al limite terrei di scorta un sano paracetamolo da utilizzare nel caso in cui capiti di avere febbre dopo. La premedicazione potrebbe essere giustificata soltanto in alcuni casi, ma non facendo le cose per conto proprio.

Chi riceve il vaccino può comunque ammalarsi di Covid? Qual è l’efficacia di questo vaccino rispetto alle forme più gravi di malattia?

Galli: Vanno distinte due cose. Questi vaccini sono stati tutti importati a partire dal virus originario, nel tempo quello che sta circolando ha cambiato pelle diverse volte per cui abbiamo la faccenda fastidiosa delle varianti (è verosimile che almeno per quella sudafricana, e forse anche la brasiliana, ci sia una netta riduzione della capacità di risposta indotta dai vaccini attualmente a disposizione). Però, se tu ti vaccini hai una probabilità bassissima - anche nel caso in cui tu ti infettassi con una nuova variante - di progredire verso l’ospedalizzazione e altro. Quindi da questo punto di vista i vaccini rimangono un presidio salvavita e più si usano più si mettono in sicurezza le persone che sono a maggior rischio di una eventuale evoluzione negativa della malattia. È possibile, sì, che delle persone vaccinate si infettino, soprattutto con le nuove varianti. Ma l’infezione è di regola blanda, difficilmente porta in ospedale e mai mortale. Tranne eventi rarissimi. Il concetto è che vaccinarsi ti protegge comunque dalla malattia grave e ti protegge anche dall’evoluzione nefasta. Un altro dato di fatto è che più gente vacciniamo e più il virus avrà difficoltà a circolare. L’obiettivo resta quello di vaccinare molto.

Chi riceve i vaccini anti-Covid può comunque trasmettere l’infezione?
Galli: Teoricamente, anche se vaccinati, si può essere infettati. Per poter infettare gli altri bisogna avere un’infezione produttiva con una buona carica virale. È meno probabile. Il vaccinato che si infetta è raramente un efficiente untore, la logica dice questo.

Il vaccino AstraZeneca è efficace contro le varianti?

Galli: È il vaccino su cui abbiamo meno dati. Si stanno valutando le cose. Mi aspetto che sia efficace come lo sono anche gli altri nei confronti della variante inglese. Potrebbe avere qualche problema, quindi una capacità di induzione di immunità non completamente efficiente o protettiva, per quanto riguarda le varianti sudafricana e brasiliana. AstraZeneca ha fatto una parte delle sue sperimentazioni in Sudafrica e una grossa parte anche in Brasile, trovando scenari che non l’hanno probabilmente favorita rispetto a Pfizer e Moderna.

La protezione di AstraZeneca è efficace subito dopo la somministrazione?
Galli: Nessun vaccino è efficace subito dopo la somministrazione. Se guardate le curve di infezione di tutti questi vaccini sperimentati, con il confronto tra quello che accade nelle persone che hanno ricevuto il placebo e in quelle che sono state vaccinate, vi accorgerete che ci vuole qualche giorno - una settimana, dieci giorni - perché le curve si dividano in modo netto. Una, quella di chi ha ricevuto solo placebo, che continua a innalzarsi a causa della continua incidenza di nuovi casi, mentre quella dei vaccinati finisce per arrivare rapidamente a un plateau di nuove infezioni. La prima settimana dopo la vaccinazione è una settimana in cui ti tiri dietro tutte le contaminazioni ambientali, tutti i contatti che hai avuto nella settimana precedete e hai un certo numero di casi di infezione, magari contratta ancor prima di aver fatto la vaccinazione.

Quanto dura la copertura?

Galli: Non lo sappiamo e non sappiamo se dovremo anche adeguare il vaccino. I vaccini sono tutti stati impostati su ceppi virali che sono diversi da quelli che stanno circolando ora. Io mi auguro che non si debba correre appresso al virus facendo in continuazione nuovi e diversi vaccini. Però non è inverosimile che qualche aggiornamento, assolutamente possibile, possa essere necessario tra un po’ di tempo. Ora quello che è necessario è vaccinare il più possibile con quel che c’è. Unica eccezione: trovo curioso, un po’ bizzarro, che si voglia a tutti i costi vaccinare quelli che sono appena guariti dal coronavirus. Perché non ha molto senso, li rivaccineresti con un vaccino basato su un virus non dissimile da quello che hanno già incontrato. Mentre potrebbe essere ragionato meglio se tu li vaccinassi con un vaccino aggiornato ai virus prevalenti adesso. Non esistono ancora vaccini di questo tipo.

Perché questo vaccino non viene somministrato agli under18?
Galli: Perché non è stato sperimentato. Di questi già sperimentati, solo due su quattro sono arrivati ai 16 anni. Sotto non abbiamo nulla di utilizzabile, perché non abbiamo nessun dato per poter dire che il vaccino è sicuro. Non ci sono dati né sulle gravide né sulle donne che allattano, ma si è chiaramente deciso che i rapporti costi-benefici degli eventuali - del resto improbabili - rischi corsi in gravidanza sono tali da far sì che le donne gravide vengano comunque vaccinate e i dati già disponibili di sorveglianza ci dicono che va molto bene così. Gli studi fatti lasciano molti lati scoperti in termini di sperimentazione, molti gruppi non sono stati a fondo studiati nemmeno in determinate patologie importanti per vedere se la vaccinazione era completamente esente da problemi. Si suppone comunque di sì e si vaccinano anche le persone di gruppi particolari, prime fra tutte le persone con malattie autoimmuni che a detta delle società scientifiche vanno vaccinate eccome.

Perché inizialmente questo vaccino era raccomandato tra i 18 e i 55 anni, ora anche sopra i 65? Perché la Francia ha raccomandato la somministrazione di AstraZeneca sopra i 55 anni?

Galli: Sul perché la Francia abbia fatto una scelta di questo genere non ho letto nulla di particolare e non glielo so dire. Proporre di utilizzarlo sopra i 55 anni mi fa sospettare, però con i sospetti senza dati specifici si rischia di fare male figure, che magari abbiano avuto bisogno in questo momento di puntare a quella classe di età per una questione di disponibilità. Ma potrebbe non essere così. Per quanto riguarda il discorso del perché all’inizio c’è stata un’alzata di scudi contro l’utilizzo di AstraZeneca prima di una certa età, lì il problema era dato dal fatto che i primi dati pubblicati erano carenti di informazioni sulle persone di quelle fasce d’età. I dati successivamente pubblicati hanno dato conforto all’ipotesi di farlo anche agli ultra 65enni.

Se mi hanno annullato l’appuntamento nei giorni scorsi con AstraZeneca, finirò in fondo alla lista?
Galli: Io credo di no, ma ne so quanto voi. Questa cosa di aver sballato gli appuntamenti è stato un grossolano e pesante errore. Io ritengo che il principio di precauzione non deve essere condizionato dal timore dei politici o dei decisori di trovarsi accusati di avere fatto un’operazione avventata lasciando che il vaccino continuasse. È molto più avventato toglierlo o sospenderlo, dando per scontato che ci saranno ritardi che comporteranno sicuramente casi di malattia grave o anche decessi.

Che cosa si sente di dire a una persona che si è prenotata per domani con AstraZeneca e ha dei timori?
Galli: Vai di corsa. A parenti e amici ho detto che non c’è la minima questione da porre, stiamo ragionando al limite su eventi di assoluta rarità. Vi offrono di fare questa vaccinazione, non vi mettete a dire: “No, ma io voglio quell’altra”. Perché in questo momento non è realistico fare un discorso di questo genere. In questo momento è realistico proteggersi. Proteggi te stesso, proteggi anche gli altri, diminuendo la circolazione del video.

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