Tumore seno, scoperto gene che potrebbe indicarne la predisposizione. Lo studio

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Si tratta dell'E2F1, il regolatore della proliferazione cellulare. Il risultato si deve a un team di ricercatori dell'Università di Padova

Nuovi passi in avanti nella lotta contro il tumore al seno. L'Università di Padova ha scoperto una possibile associazione tra un gene e il rischio di carcinoma mammario, una delle forme di cancro più diffuse nella popolazione femminile. Si tratta dell'E2F1, il regolatore della proliferazione cellulare.
Il risultato, descritto nel dettaglio sulla rivista Molecular Medicine, si deve a un team di ricercatori dell'Unità di Andrologia e Medicina della Riproduzione diretta da Carlo Foresta, in collaborazione con la day/week surgery multidisciplinare diretta da Alberto Marchet dell'Azienda Ospedale Università di Padova.

Il ruolo della proteina prodotta dal gene E2F1

La proteina prodotta dal gene E2F1, come ha spiegato il coordinatore dello studio, è un regolatore chiave del ciclo cellulare, la cui alterazione può indirizzare le cellule verso una proliferazione incontrollata. "Nella normale costituzione genetica le copie del gene sono due, pertanto, la presenza di più copie comporta una maggiore produzione della proteina che svolge un ruolo importante nei meccanismi di replicazione cellulare”, ha precisato Foresta.

Studio condotto su 222 donne italiane con carcinoma mammario

Studiando le basi genetiche del tumore al seno su un campione composto da 222 donne italiane con carcinoma mammario, i ricercatori hanno scoperto che il 4,5% delle pazienti con questo cancro ha un numero di copie maggiore di due del gene E2F1 e di conseguenza della proteina da esso prodotta.
Nell'ambito delle alterazioni genetiche associate al cancro della mammella, quella che è stata riscontrata dal team di ricerca padovano sembra essere una delle più frequenti. "Pertanto, sulla base di queste recenti scoperte, questi dati assumono quindi un significato rilevante per le campagne di prevenzione", hanno sottolineato i ricercatori.
Nel corso dello studio, il gruppo padovano ha anche scoperto che nelle donne con una storia di tumori all'interno del proprio nucleo familiare sono presenti in media più copie del gene oggetto della ricerca. Questo risultato dimostra quanto sia importante la componente genetica come fattore predisponente al cancro. "La scoperta di più copie del gene nelle donne con cancro al seno oggi assume un importante significato soprattutto nel campo della ricerca di biomarcatori tumorali, che, negli ultimi anni, è al centro dell'attenzione nella lotta contro il cancro e ha come obiettivo quello di arrivare ad una diagnosi precoce e alla produzione di nuovi farmaci antitumorali per un approccio terapeutico sempre più personalizzato", ha concluso Foresta.

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