Secondo quanto filtra da Bruxelles, venerdì le autorità italiane hanno notificato alla Commissione Europea la decisione di bloccare l'esportazione di una partita di vaccini in Australia. Si tratta di circa 250mila dosi ed il motivo sarebbe legato ad un'inadempienza contrattuale da parte di AstraZeneca
L'Italia è il primo Paese dell'Unione Europea a rifiutare l'export delle dosi di vaccino prodotto e sviluppato da AstraZeneca. Secondo quanto filtra da Bruxelles, venerdì le autorità italiane hanno notificato alla Commissione Europea la decisione di bloccare l'esportazione di una partita di vaccini in Australia, senza ricevere obiezioni.
L'inadempienza contrattuale
Il motivo, si legge in articolo pubblicato dal quotidiano “La Repubblica” sarebbe legato all'inadempienza contrattuale da parte di AstraZeneca circa la quantità delle dosi promesse e i tempi della consegna delle stesse. Lo stop riguarda circa 250 mila dosi di vaccino destinate proprio alla sanità australiana. La decisione è legittima ai sensi del meccanismo di controllo dell’export, promosso dalla Commissione Europea lo scorso 30 gennaio. Ma si tratta della prima volta che viene attivato da uno Stato membro.
L'Australia considerata non vulnerabile
In particolare l'Italia, secondo quanto si apprende, ha proposto il suo diniego all'export delle dosi di AstraZeneca dopo aver considerato il perdurare della penuria di vaccini nell'Ue e in Italia stessa, dei ritardi nelle forniture dei vaccini anti-Covid da parte di AstraZeneca, oltre all'elevato numero di dosi oggetto della richiesta di autorizzazione all'esportazione (oltre 250mila) rispetto alla quantità di dosi fornite fino ad oggi all'Italia, e più in generale, ai Paesi dell'Ue. A pesare anche il fatto che il Paese destinatario della fornitura, come detto l'Australia, non è un Paese considerato vulnerabile.
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Il meccanismo sull'export era stato proposto con l'obiettivo di evitare che le dosi di vaccino contrattualmente destinate ai Paesi dell’Unione Europea venissero rivendute ad altre nazioni ed esportate fuori dall'Europa. Decisiva, in questo senso, era stata la polemica tra la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ed il Ceo di AstraZeneca, Pascal Soriot, in seguito all'annuncio dei tagli alle consegne in Europa per il primo trimestre del 2021.
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Come si sono svolti i fatti
La competente autorità italiana, emerge da Bruxelles, ha ricevuto una richiesta di autorizzazione all'esportazione di vaccini anti Covid-19 da parte di AstraZeneca. La richiesta è stata formulata ai sensi del "Regolamento di esecuzione Ue 2021/111" della Commissione Europea , "che subordina l'esportazione di taluni prodotti alla presentazione di un'autorizzazione di esportazione". Secondo quanto previsto dallo stesso Regolamento, sottolineano le autorità, l'Italia ha quindi inviato la proposta di non autorizzazione formulata a livello nazionale alla Commissione europea che ha l'ultima parola, dal momento che, ai sensi dell'articolo 2, paragrafo 5, lo Stato membro è tenuto a decidere in merito alla richiesta di autorizzazione "conformemente al parere della Commissione". La proposta dell'Italia ha incontrato i favori della Commissione Europea, che monitora il quadro aggiornato delle richieste di esportazioni di vaccini anti Covid-19 e dei corrispondenti impegni delle case farmaceutiche. In conseguenza a ciò, il ministero degli Esteri ha emanato formalmente il provvedimento di diniego all'esportazione.