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Covid-19, il vaccino russo Sputnik V mira a copertura mondiale del 50%

Salute e Benessere

Secondo quanto comunicato da Kirill Dmitriev, a capo del Fondo russo per gli investimenti diretti (Rdif) che ha supportato il Centro nazionale Gamaleya nello sviluppo del vaccino, "più di 40 Paesi, che rappresentano oltre il 50% della popolazione mondiale, hanno mostrato interesse per Sputnik V". La Russia ha ricevuto ordini per oltre 1,2 miliardi di dosi e ha stipulato contratti di produzione con Paesi come India, Cina, Brasile, Corea del Sud e Argentina

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Tra i primi Paesi al mondo, la Russia ha già iniziato il processo di vaccinazione di massa contro il Covid-19. Dal 5 dicembre, infatti, il vaccino “Sputnik V”, sviluppato dal Centro nazionale Gamaleya con il supporto del Fondo russo per gli investimenti diretti (Rdif), viene distribuito alla popolazione locale, su base volontaria e gratuitamente, all’interno di 70 cliniche tra Mosca e dintorni. Primi destinatari medici, infermieri, assistenti sociali e insegnanti, tutte categorie considerate dalle autorità sanitarie "ad alto rischio" di esposizione al coronavirus. Tra l’altro per il governo russo i vaccini (sono due i candidati russi, entrambi sviluppati con fondi pubblici, giunti nella terza e ultima fase dei test clinici) rappresentano anche un’arma d'influenza geopolitica. Infatti, secondo quanto comunicato da Kirill Dmitriev, a capo del Rdif, "più di 40 Paesi, che rappresentano oltre il 50% della popolazione mondiale, hanno mostrato interesse per Sputnik V".

Ordini per oltre 1,2 miliardi di dosi

In base a quanto spiegato proprio dall’Rdfi, la Russia ha ricevuto ordini per oltre 1,2 miliardi di dosi e ha stipulato contratti di produzione con Paesi come India, Cina, Brasile, Corea del Sud e Argentina. "Speriamo di avere presto un accordo anche con la Germania e siamo pronti a trasmettere la nostra tecnologia anche all'Italia", ha dichiarato Dmitriev in una recente intervista televisiva. Sputnik V è un vaccino sviluppato sulla base del vettore dell'adenovirus umano, dichiarato efficace al 91,4% sulla base della seconda revisione provvisoria dei dati, riguardanti 18.794 volontari, così come si legge sul profilo ufficiale di Twitter dedicato al vaccino russo. Tra le altre caratteristiche di Sputnik V, quella di costare meno di 10 dollari (circa 8,4 euro) e, in paragone ad altri vaccini, quella di conservarsi più facilmente in tradizionali frigoriferi, con temperature comprese tra i 2 e gli 8 gradi.

Trenta milioni di dosi al mese

La somministrazione del vaccino russo prevede due dosi, inoculate a distanza di 21 giorni l'una dall'altra. In questa fase iniziale, le autorità sanitarie locali hanno deciso di fissare un tetto di massimo ai 60 anni di età per la vaccinazione, escludendo le donne incinte, i pazienti con patologie pregresse e chi ha avuto malattie respiratorie nelle ultime due settimane. Sempre secondo Dmitriev, che alla BBC ha confermato che solo a dicembre verranno vaccinate 2 milioni di persone in patria, a marzo 2021 la Russia potrebbe essere in grado di produrre anche più di 30 milioni di dosi al mese. Ma le certezze dei ricercatori russi, però, si potrebbero scontrare contro lo scetticismo di parte della popolazione. Infatti, affinchè si blocchi la diffusione del virus, il vaccino dovrebbe essere inoculato in circa il 70% della popolazione, ma secondo un sondaggio eseguito lo scorso ottobre del centro indipendente Levada, solo il 36% dei cittadini russi sarebbe pronto a vaccinarsi.

Le tensioni politiche

Intanto la Rdif ha presentato domanda per l'approvazione del vaccino in Europa. A quanto riportano i media locali, però, l'Agenzia Europea per i Medicinali (Ema) ha avviato negoziati con il produttore, ma al momento Bruxelles non dispone di dati sufficienti. Di recente, tensioni legate al vaccino sono nate all'interno della Ue, con l'annuncio dell'Ungheria di Viktor Orban di valutare la possibilità di acquistare e produrre lo Sputnik V, dopo aver ricevuto da Mosca 10 dosi su cui condurre verifiche interne. La scelta ungherese, fatta senza aspettare il necessario via libera all'introduzione sul mercato europeo da parte dell'Ema, sarebbe una vera e propria provocazione nei confronti di Bruxelles, con cui Budapest ha diversi contenziosi in sospeso. Anche il leader di Belgrado, Aleksander Vucic, ha annunciato l'arrivo di 20 dosi del candidato vaccino di Mosca. Si tratta di "un primo lotto pilota", come lo ha definito lo stesso presidente, spiegando che il vaccino verrà sottoposto all'esame degli esperti serbi. E campioni del vaccino sono stati inviati anche in Venezuela.

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