Covid, anestesisti: “Atteso raddoppio ricoveri nei prossimi 7 giorni se trend non muterà”

Salute e Benessere

Lo ha dichiarato il presidente dell'Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri (Aaroi), Alessandro Vergallo. Le terapie intensive "sono già sotto pressione”, ha aggiunto

"Ci attendiamo un raddoppio dei ricoveri ospedalieri e in terapia intensiva nella prossima settimana se il trend non muterà, ed in attesa degli eventuali benefici derivanti dalle misure dell'ultimo dpcm che potranno però evidenziarsi non prima di altri 10 giorni". Sono le parole del presidente dell'Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri (Aaroi), Alessandro Vergallo, alla luce del trend degli ultimi dati  dell'emergenza sanitaria legata alla diffusione del coronavirus in Italia (LE ULTIME NOTIZIE IN DIRETTA). Le terapie intensive "sono già sotto pressione”, ha aggiunto l’esperto, precisando che “a fronte di ciò e dell'assenza di una medicina territoriale, la proposta di lockdown nazionale è a questo punto ragionevole".

Medici ed infermieri nel reparto di terapia intensiva dellÕospedale Policlinico Tor Vergata, in video chiamata durante lÕemergenza per il Covid-19 Coronavirus, Roma, 11 aprile 2020. ANSA/ANGELO CARCONI
Z4Z

Vergallo: “Le terapie intensive iniziano ad essere in crisi”

 

Secondo il presidente di Aaroi, i ricoveri ospedalieri e in terapia intensiva,  "purtroppo aumenteranno fino a quando le misure più restrittive dell'ultimo dpcm non porteranno gli auspicati effetti positivi, ma per vederli ci vorranno ancora una decina di giorni". 

“A trend epidemico invariato finora abbiamo visto appunto un raddoppio dei casi in media ogni 10 giorni”, ha poi spiegato Vergallo, sottolineando come la situazione “appaia al limite” facendo una proiezione a breve termine. “Le terapie intensive iniziano ad essere in crisi per il superamento della soglia limite del 30% di posti letto occupati per malati Covid”, ha aggiunto. Crisi che riguarda l'intero sistema ospedaliero, per l'enorme pressione cui è sottoposto in questo momento.  

Secondo il presidente dell'Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri, tuttavia, questa situazione "è dovuta anche al fatto che la Medicina del territorio, che coinvolge circa 50mila medici di base, non sta funzionando". Dunque, "visto che dalla Medicina del territorio non sta arrivando aiuto concreto e visto che gli ospedali cominciano ad essere saturi la proposta della Fnomceo ci sembra a questo punto ragionevole. Si tratta di una proposta che accogliamo a malincuore per le implicazioni che ha, ma allo stato in cui siamo è ragionevole".

 

"Lockdown per tutta l'Italia": la richiesta dell'Ordine dei Medici

 

Vergallo appoggia dunque la richiesta  dell'Ordine dei Medici, che nella giornata di ieri, 8 novembre, ha chiesto una chiusura totale in tutta Italia, alla luce degli ultimi dati sui ricoveri in ospedale e nelle terapie intensive.  

Nell’appello, pubblicato sulla pagina Facebook della stessa Federazione, il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici (Fnomceo), Filippo Anelli, sottolinea il peso dei ricoveri per il Sistema Sanitario Nazionale: "Considerando i dati di questa settimana come andamento-tipo e se li proiettiamo senza prevedere ulteriori incrementi, la situazione fra un mese sarà drammatica e quindi bisogna ricorrere subito ad una chiusura totale”. Aggiunge poi: "O blocchiamo il virus o sarà lui a bloccarci perché i segnali ci dicono che il sistema non tiene ed anche le regioni ora gialle presto si troveranno nelle stesse condizioni delle aree più colpite".

"Con la media attuale, in un mese arriveremmo ad ulteriori 10mila decessi”, ha precisato Anelli, ribadendo come la situazione potrebbe diventare drammatica anche in termini di vittime. 

 

approfondimento

Coronavirus in Italia e nel mondo, le notizie del 9 novembre

Salute e benessere: Più letti