La celebre virologa sottolinea che inizialmente ci saranno delle dosi garantire solo per le persone più fragili e per chi lavora negli ospedali e nel settore dei trasporti
Mentre la curva dei contagi continua a salire, proseguono senza sosta i lavori per lo sviluppo di un vaccino efficace contro il coronavirus Sars-CoV-2. Anche se alcune sperimentazioni cliniche sono a buon punto, la celebre virologa Ilaria Capua invita comunque a portare pazienza e a non aspettarsi una vaccinazione in tempi brevi. Nel corso di un’intervista al Corriere della Sera, l’esperta, che lavora negli Stati Uniti, ha fatto un paragone col vaccino antinfluenzale. “Lo sappiamo fare e distribuire, eppure non si trova. In questo momento di crisi non si riesce a fare l’upscaling delle dosi di vaccino antinfluenzale per produrne abbastanza”. Per quanto riguarda il vaccino anti-Covid, al momento non disponibile, “non abbiamo certezza che quelli in via di sviluppo siano efficaci e non sappiamo neanche se l’efficacia possa essere raggiunta con una dose e se ce ne vorranno di più, perché alcuni coronavirus sono dei pessimi immunogeni”.
Le dosi di vaccino
Capua ha sottolineato che, almeno in un primo momento, non ci saranno abbastanza dosi di vaccino per tutti. “Se il mondo può produrre per unità di tempo cento milioni di dosi, noi siamo comunque sette miliardi, ed è giusto per siano garantite le dosi per i lavoratori degli ospedali e i trasporti essenziali, perché se si fermano si blocca tutto di nuovo, e ovviamente le persone più fragili. Quando i vaccini saranno pronti e autorizzati, e si conosceranno le caratteristiche di efficacia di sicurezza, dovranno essere somministrati in maniera organizzata. Io sono certa che così come molti Paesi hanno fatto piani per questo, l’Italia seguirò linee guida europee ed internazionali. Ma è necessario che le persone capiscano che al primo giro non ce ne sarà abbastanza per tutti”.
L’immunità di gregge
In attesa che i vaccini siano pronti, secondo Capua bisogna arrivare all’immunità di gregge. Per farlo è necessario garantire una circolazione del virus lenta, ottenibile anche rispettando il distanziamento sociale. “Bisogna stare lontani e distanziarsi in modo che l’indice di contagio sia basso, mantenere sotto soglia la circolazione virale ed immunizzarsi pian piano. Poi il vaccino darà il suo contributo. Queste convergenze fanno sì che si arriverà a un punto in cui l’infezione sarà endemizzata. Nel momento in cui si crea questo equilibrio tra virus circolante e anticorpi, il covid appena entrato in contatto con una persona viene bloccato. Fra qualche anno, diventerà, io mi auguro, il nuovo virus del raffreddore”, ha concluso la virologa.