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Coronavirus, Guerra (Oms): “Il Sud sta vivendo l'ondata iniziale del Nord”

Salute e Benessere

Questa volta, ha fatto notare Ranieri Guerra - vice direttore generale delle iniziative strategiche dell'Oms - “possiamo contare su ciò che abbiamo imparato negli scorsi mesi”. Le sue dichiarazioni anche su test rapidi, lockdown e scuola

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"Il Sud in questo momento sta vivendo quella che è stata l'ondata iniziale al Nord”. Lo ha detto Ranieri Guerra, vice direttore generale delle iniziative strategiche dell'Organizzazione mondiale della sanità, a margine dei lavori su “La sanità post Covid-19” al teatro Bellini di Catania. “Potendo contare però su tutte le lezioni che abbiamo imparato – ha aggiunto - con presidi che prima non c'erano: medici preparati e competenti, terapie disponibili anche se non risolutive e soprattutto con la capacita' di intercetto e di diagnosi molto precoce". "Le regioni meridionali, Sicilia compresa, che sono state preservate dalla prima ondata - ha osservato Guerra - pensavano forse di essere uscite con pochi danni ma cos' non è perché questo è un virus che galoppa con la mobilità umana e quindi è inevitabile che presto o tardi arrivi".

Guerra su test rapidi e lockdown

I test rapidi, ha detto Guerra a Catania, “stanno attraversando un importante sviluppo tecnologico”. “Mi aspetto – ha commentato - di avere in un mese test rapidi meno invasivi, salivari che in 10 minuti, con valori colorometrici, potranno darci una risposta con grande precisione, rispetto a quelli attuali, sulla positività da Covid-19”. Per quanto riguarda la possibilità di un nuovo lockdown in seguito all'aumento dei numeri della pandemia da coronavirus è convinto che se il trend non peggiorerà non ce ne sarà bisogno. “Potrebbero essercene di temporanei, molto settoriali e limitati in zone precise dove il focolaio esce dal controllo che abbiamo in questo momento” ha precisato.

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Ranieri Guerra

Scuole sicure

"Le scuole in Italia sono in sicurezza – ha dichiarato vice direttore generale delle iniziative strategiche dell'Oms - ma inevitabilmente portano a un aumento dei casi di coronavirus perché è una comunità ampia e variegata che si apre e contribuisce in maniera non ragguardevole alla diffusione del virus, ma in modo crescente”. “Ma io più che sulle scuole andrei a guardare l'intasamento del trasporto pubblico, la ristorazione, gli eventi mondani, di divertimento di riapertura alla vita sociale che hanno portato alla diminuzione della cautela" ha concluso Ranieri Guerra.

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