Coronavirus, Iss: “Raggi Uv dannosi, non vanno usati sulle persone”

Salute e Benessere

Lo ha sottolineato Francesco Bochicchio, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera ed in risposta alla proposta della camera elettromedicale, in cui i malati di Covid avrebbero potuto debellare il virus se sottoposti alle radiazioni dei raggi per tre minuti, suggerita dall’oncologo e pneumologo Maurizio Pianezza

I raggi ultravioletti non sarebbero la strada giusta per curare il Covid-19. A spiegarlo, in un’intervista al Corriere della Sera, è Francesco Bochicchio, fisico dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), in risposta all’ipotesi di una camera elettromedicale all’interno della quale i pazienti colpiti dal virus, sottoposti ai raggi Uv per tre minuti, avrebbero potuto debellare il nuovo coronavirus. La proposta era arrivata da Maurizio Pianezza, chirurgo oncologo e pneumologo nel board del Comitato scientifico European Medical Association (Ema), secondo cui per fermare la malattia bastava una combinazione di vari fattori, tra cui temperatura, umidità e un particolare angolo di incidenza dei raggi Uvb. Il progetto, sperimentale, non ha ricevuto però l’ok dell’Iss: “In Italia non mi hanno dato il via libera per procedere, ma dall’estero mi hanno risposto con interesse”, aveva spiegato sempre al CorSera, Pianezza. “I raggi ultravioletti, che a seconda della frequenza si dividono in UvA, UvB e UvC, sono pericolosi per la salute tanto che ci proteggiamo dai raggi solari con le creme ed esistono normative per limitare l’uso di lampade abbronzanti che l’Oms raccomanda di non utilizzare”, ha incalzato Bochicchio.

La pericolosità dei raggi Uv

In sostanza per l’esperto, irradiare con i raggi ultravioletti i malati di Sars-CoV-2 non sarebbe una pratica sostenibile e l’ipotesi di ricorrere ad una camera elettromedicale dove sottoporre per 3 minuti i pazienti al fine di ottenerne la guarigione, un’ipotesi che rende l’Iss molto scettico. “In diversi siti, anche a carattere esoterico, dove è riportato il metodo del dottor Pianezza, questo viene descritto tra l’altro come ‘sinergia tra la geometria sacra e una specifica banda di luce blu ultravioletta UvB’. Tali affermazioni diventano difficilmente verificabili sul piano scientifico”, ha spiegato ancora Bochicchio che ha sottolineato poi ancora la pericolosità dei raggi Uv. “L’effetto cancerogeno degli Uv, inclusi gli UvB, è noto da tempo, sono classificati come agenti cancerogeni certi dall’Oms. Diversi Paesi, per esempio l’Australia, stanno attuando politiche per ridurre l’esposizione agli Uv di origine naturale e artificiale”, ha aggiunto l’esperto.

Sì alla sanificazione, ma non sulle persone

Per l’Iss, dunque, il no agli ultravioletti è netto: “Tutti gli Uv hanno effetti cancerogeni a prescindere da come vengono somministrati”, ha detto ancora il fisico. Un loro utilizzo però, legato alla diffusione del virus, può tornare utile se si parla di sanificazione. “Gli ultravioletti C sono noti da tempo come antibatterici, utili per sanificare attrezzi e ambienti disattivando il virus. Mai però in presenza delle persone. Parliamo di attrezzi e ambienti, non di cura per l’uomo”, ha quindi concluso Bochicchio.

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