Cefalea cronica, nuova legge la riconosce come malattia sociale

Salute e Benessere

È stata approvata dal Senato l’8 luglio, con 235 voti favorevoli, 2 contrati e nessuna astensione. Per gli esperti rappresenta un passo avanti importante, che deve essere seguito dall’introduzione di tutele sanitarie dedicate e “cucite” sui pazienti

Una nuova legge, approvata dal Senato l’8 luglio con 235 voti favorevoli, 2 contrari  e nessuna astensione, ha stabilito che la cefalea primaria cronica è una malattia sociale e invalidante. Per Paolo Martelletti, il direttore del Centro Regionale del Lazio per le Cefalee dell'Università Sapienza presso l'Ospedale Sant'Andrea di Roma, si tratta di un passo avanti straordinario, ma che deve trovare una sua applicazione diretta sul paziente. “Non deve essere solo un doveroso, seppur tardivo, riconoscimento, ma la pietra angolare di un’assistenza cucita sulle esigenze del paziente stesso”.

 

L’importanza della nuova legge

 

Per l’esperto, la legge rappresenta un passaggio importale dal punto di vista culturale, che deve essere seguito dall’introduzione di tutele sanitarie dedicate e “cucite” sui pazienti. Le ultime stime sull’emicrania ad alta frequenza e cronica, indicano che il provvedimento interessa almeno tre milioni di persone. Martelletti parla di “un lungo cammino durato oltre 10 anni, la cui importanza risiede nel fatto che è cambiata la percezione sociale di una malattia che è molto diffusa, ma è stata spesso non valutata per il suo reale impatto”. Ora questo è cambiato, anche grazie a nuovi farmaci specifici. 

 

Il riconoscimento dell’emicrania come patologia invalidante

 

“Con gli anni è migliorata la capacità diagnostica, abbiamo formato nuove generazioni di medici esperti e le diagnosi sono diventate sempre più precise”, sottolinea Martelletti. “Il passaggio ancor più importante si è avuto con l’arrivo di farmaci specifici: dieci anni fa la tossina botulinica per l’emicrania cronica e adesso gli anticorpi monoclonali. Anche un medico non esperto oggi non si azzarderebbe più a definire la cefalea una cosa banale, perché vi sono farmaci estremamente importanti che la curano”, aggiunge l’esperto. Martelletti spiega anche che negli ultimi anni l’emicrania è stata riconosciuta come una patologia fortemente invalidante che, stando a quanto emerso dagli ultimi studi sul tema, è la prima causa di disabilità al mondo tra gli under 50. Per il futuro, il medico sottolinea l’importanza di aumentare i centri di eccellenza, ancora troppo pochi rispetto all'alto numero di pazienti, lavorare sulla prevenzione ed evitare gli errori diagnostici e i ritardi, che possono portare a un ricorso alle cure quando la malattia è ormai cronicizzata.

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