Remdesivir, Usa acquistano l’intera produzione del farmaco anti Covid

Salute e Benessere

Accordo straordinario Trump-Gilead per le scorte trimestrali dell’antivirale approvato negli Stati Uniti per il trattamento contro il coronavirus

Gli Usa acquistano quasi l’intera produzione dei prossimi tre mesi di remdesivir, un farmaco inizialmente studiato per l’Ebola ma di cui è stato dimostrato il funzionamento nei trattamenti contro il Covid-19. Questo implica, come spiega il The Guardian, che non resterà niente, o quasi, per l’Europa, il Regno Unito e gran parte del resto del mondo.

Accordo straordinario da 500mila dosi di remdesivir

Gli Stati Uniti si sono assicurati le scorte per i prossimi tre mesi del farmaco remdesivir prodotto dalla società statunitense Gilead Sciences. A riportarlo è stata la Bbc. L’accordo straordinario firmato da Donald Trump con la Gilead prevede 500mila dosi – come conferma il comunicato del dipartimento di sanità  – ovvero l’intera produzione del mese di luglio, il 90% della produzione di agosto e il 90% di quella di settembre. Il costo è di circa 3.200 dollari per trattamento – in media 6,25 fiale – stando alle dichiarazioni del governo Usa. "È una politica che privilegia gli Stati Uniti - commenta Rena Conti, economista sanitario della Boston University. A loro l’accesso al farmaco è garantito, ma la domanda mondiale potrebbe superare le scorte".

L’uso dell’antivirale approvato negli Usa

Le autorità americane avevano approvato l'uso dell’antivirale remdesivir già il 2 maggio, quando i contagi ufficiali erano 1,1 milioni. Oggi sono 2 milioni e 600 mila. La settimana scorsa anche l'Agenzia Europea del Farmaco (Ema) aveva dato l’assenso a utilizzare il farmaco, studiato inizialmente contro l’Ebola, per il trattamento dei pazienti con coronavirus, che adesso dovrà essere ratificato dalla Commissione Europea. Il 26 maggio il Regno Unito aveva annunciato la sperimentazione del remdesivir, definito da Matt Hancock, ministro della Salute del governo Johnson, “Il più grande passo in avanti nella ricerca sul trattamento del coronavirus”; parlando di "risultati promettenti", sebbene "molto preliminari". Un grande studio clinico, sponsorizzato dal National Institutes of Health – come riporta il New York Times - ha scoperto che il farmaco ha accorciato i tempi di guarigione di quattro giorni, in media, ma non ha ridotto le morti.

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