Il suo software è in grado di immagazzinare e rielaborare le sequenze di immagini bidimensionali acquisite durante gli esami diagnostici, costruendo modelli in 3D della parte anatomica di interesse
Grazie al simulatore neurochirurgico “Surgical Theatre”, donato dall’Associazione Heal, i medici dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù possono effettuare un’immersione virtuale nel cervello dei pazienti. La ricostruzione in 3D dell’encefalo consente di trovare la strada migliore per combattere le malattie e simulare l’intervento che di lì a poco si andrà a eseguire. Il Bambino Gesù è il primo ospedale in Europa a entrare in possesso del simulatore. Finora è già stato utilizzato in oltre 100 casi di chirurgia cranica complessa.
Le capacità del simulatore
In un comunicato ufficiale, l’Ospedale Bambino Gesù spiega che il software del simulatore, per il quale l’associazione Heal ha reso disponibili più di 500mila euro, è in grado di immagazzinare e rielaborare le sequenze di immagini bidimensionali acquisite durante gli esami diagnostici, costruendo modelli in 3D della parte anatomica di interesse. È per questo che sullo schermo della workstation installata nel reparto di Neurochirurgia è possibile osservare una ricostruzione virtuale del paziente ricca di dettagli: ossa, corteccia, porzioni profonde del cervello, vasi sanguigni, ventricoli cerebrali, fasci di fibre nervose ecc.
La simulazione dell’intervento
Indossando uno speciale visore, i neurochirurghi possono “entrare” all’interno della simulazione e simulare delle manovre chirurgiche, come l’apertura dell’osso del cranio, la chiusura dei vasi sanguigni malformati o l’asportazione del tessuto tumorale. “Queste prove nell’ambiente virtuale, riproduzione fedele dello scenario che si affronterà in sala operatoria, permettono di sperimentare tecniche alternative e di scegliere in anticipo dettagli di procedura che potranno rendere più efficace e sicuro l’intervento”, spiega l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù in un comunicato ufficiale. “La simulazione può essere ripetuta dal neurochirurgo e dall’équipe tutte le volte necessarie a individuare traiettoria e modalità ottimali per arrivare alla malattia, minimizzando l’impatto chirurgico, e per migliorare la sicurezza dell’esecuzione”. L’Ospedale spiega, inoltre, che le applicazioni del simulatore sono ampie. “In campo neurochirurgico spaziano dalla chirurgia dei tumori cerebrali e dell'epilessia alla chirurgia vascolare e delle malformazioni cranioencefaliche, ma il sistema può essere utilizzato per ricostruire e visualizzare in 3D anche altre parti del corpo”.