Scoperto il meccanismo molecolare con cui i tumori frenano la difesa immunitaria

Salute e Benessere

Il risultato si deve ai ricercatori  dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, che hanno svelato il modo in cui le cellule cancerose riescono ad impartire alle cellule "natural killer" l'ordine di esprimere PD-1, un forte freno inibitore della risposta immunitaria

Dalla ricerca italiana arriva un nuovo e importante risultato che segna un ulteriore passo in avanti nella lotta contro i tumori. È stato scoperto il meccanismo molecolare che frena la risposta immunitaria “ingannando” le cellule “natural killer” (NK), incaricate di riconoscere e attaccare le cellule tumorali.  

Il risultato si deve ai ricercatori  dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, che con gli esperti dell’Università di Genova e il sostegno di AIRC, sono riusciti a svelare il modo in cui le cellule cancerose riescono ad impartire alle cellule NK l'ordine di esprimere PD-1, un forte freno inibitore della risposta immunitaria. 

Si tratta di un falso comando permesso grazie a una combinazione, fino ad ora sconosciuta, di citochine e cortisolo. 

 

Svelato il “trucco” delle cellule cancerose

 

Per comprendere il meccanismo scoperto dai ricercatori, descritto nel dettaglio sulle pagine della rivista specializzata Journal of Allergy and Clinical Immunology, è fondamentale partire dall’importante ruolo che gioca nella gestione del sistema immunitario la proteina PD-1, un freno molecolare a cui è affidato il compito di impedire reazioni di difesa eccessive in grado di danneggiare l'organismo e i tessuti. Le cellule cancerose, sfruttano questo freno, “ordinando” ai linfociti T e le cellule "natural killer" di esprimere sulla propria superficie il PD-1.

“Il risultato è che le NK, fondamentali per le difese contro i tumori, vengono frenate e non riescono ad attaccare e a distruggere il tumore stesso, come da noi dimostrato in uno studio precedente”, ha spiegato Lorenzo Moretta, direttore dell'Area Immunologica dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. “Scoprire il meccanismo con cui le cellule tumorali impartiscono quest'ordine, eludendo il controllo delle difese immunitarie può fornire un'arma in più per combattere e curare il cancro”, ha commentato Maria Cristina Mingari, del Dipartimento di Medicina sperimentale dell'Università di Genova.  

 

Prossimi obiettivi 

 

I risultati dello studio italiano, durato oltre due anni, aprono la strada a nuove ricerche finalizzate allo sviluppo di terapie incentrate sull’uso di farmaci in funzione antagonistica all’azione del tumore

“Identificare il meccanismo patogenetico di una malattia e le varie molecole coinvolte a più livelli può fornire nuovi bersagli, finora ignoti, per farmaci già disponibili”, ha spiegato Lorenzo Moretta. 

“Del resto, che PD-1 sia un bersaglio importante nella terapia di tumori molto aggressivi è testimoniato dai successi ottenuti con anticorpi che bloccano PD-1 nel melanoma e nei carcinomi polmonari”.

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