Tumori, presidente Aiom: “esistono troppe differenze tra le regioni”

Salute e Benessere
Immagine di archivio (Getty Images)

In occasione della ventesima edizione della giornata mondiale contro il cancro, indetta nel 2000 da Uicc (Unione internazionale contro il cancro), Giordano Beretta si è soffermato sui problemi che l’Italia deve ancora risolvere per progredire nella lotta alle neoplasie 

Oggi, martedì 4 febbraio, ricorre la ventesima edizione della giornata mondiale contro il cancro, indetta nel 2000 da Uicc (Unione internazionale contro il cancro). In vista dell’occasione, Giordano Beretta, il presidente dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) si è soffermato sui problemi che l’Italia deve ancora risolvere per progredire nella lotta alle neoplasie. Infatti, pur essendo uno dei Paesi europei più all’avanguardia nell’assistenza ai malati di cancro (assieme a Francia e Germania), la Penisola presenta comunque delle lacune, legate in parte anche alle differenze esistenti tra una regione e l’altra.

Le differenze a livello regionale

“Sono ancora troppe le differenze sul nostro territorio: dall’adesione e copertura degli screening ancora troppo basse al Sud, alla realizzazione delle reti oncologiche regionali a macchia di leopardo, alla disponibilità sono in alcune regioni più virtuose di terapie efficaci e di test in grado di analizzare il profilo molecolare del tumore”, sottolinea Beretta. Il presidente Aiom porta l’esempio degli screening sul tumore alla mammella: se la loro attivazione è pari al 100% in Lombardia, dove l’adesione delle donne di età compresa tra 50 e 69 anni è del 60%, in alcune zone del Sud è del 20% e porta all’adesione solo del 20% delle donne. “Nel primo caso, su 100 donne sono comunque 60 quelle protette. Nel secondo caso sono solo quattro”, nota Beretta.

L’esempio della Campania

Paolo Ascierto, Direttore dell’Unità di Oncologia Melanoma e Immunoterapia Oncologica dell’Istituto Nazionale Tumori IRCCS Fondazione “G.Pascale” di Napoli, porta un altro esempio concreto delle differenze esistenti a livello regionale. “Lo scorso ottobre, la Regione Campania è stata la prima in Italia a fornire gratuitamente a tutti i cittadini colpiti da melanoma la combinazione di due molecole immunoterapiche, nivolumab e ipilimumab, che, soprattutto per i casi con metastasi cerebrali asintomatiche (circa il 40% del totale), ha evidenziato risultati importanti”, spiega l’esperto. Nel 2019 la terapia è stata approvata dall’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), che però l’ha lasciata in Fascia C, impedendone così la rimborsabilità da parte del Servizio Sanitario Nazionale. “Costa circa 80 mila euro l'anno per due anni. In Italia solo il presidente De Luca ha deciso di rendere possibile il rimborso", aggiunge Ascierto.

I test genomici in Lombardia

Lo scorso settembre, la Lombardia ha fatto da apripista sui test genomici, stabilendone la rimborsabilità per le donne con carcinoma della mammella in stadio iniziale. Questi esami possono essere utili per predire l’aggressività della malattia ed eventualmente evitare il ricorso alla chemioterapia. Lucia Del Mastro, Responsabile Breast Unit San Martino di Genova, sottolinea che nel trattamento del tumore della mammella si stanno evidenziando delle preoccupanti disparità nell’accesso alle terapie. “Nel 2017, l’Aifa ha deciso di non rimborsare la terapia a bersaglio molecolare pertuzumab, approvata dall’ente regolatorio europeo (Ema) nel 2015, creando così delle disuguaglianze con gli altri Paesi europei”.

Aumentati del 53% i pazienti vivi dopo la diagnosi

In Italia non sono comunque mancati degli importanti passi avanti nell’assistenza ai malati di cancro. Negli ultimi 10 anni il numero dei pazienti vivi dopo la diagnosi è aumentato del 53%: erano due milioni 250mila nel 2010, oggi sono 3 milioni 460mila. Nel 2019 sono stati diagnosticati 371mila nuovi casi di cancro. “Rispetto al 2018 si è registrato un calo di circa 2.000 casi, a cui ha contribuito notevolmente l’efficacia dello screening del tumore del colon retto, l’unico che permette di individuare ed eliminare lesioni a rischio prima ancora della loro trasformazione in neoplasia”, conclude Beretta. 

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