Uova bio richiamate per rischio di contaminazione microbiologica

Salute e Benessere

Sono state prodotte dall’azienda agricola “Olivero Claudio”, con sede in provincia di Cuneo. I prodotti, venduti sia in modalità sfusa sia in confezioni da 4 o 6 pezzi, devono essere restituti, così come segnala una nota del Ministero della Salute 

Sono le uova biologiche prodotte dall’azienda agricola “Olivero Claudio”, sita in via Rigrasso 9 a Monasterolo di Savigliano (Cuneo) ad essere finite al centro di un richiamo, ufficializzato dagli esperti con tanto di comunicato apparso sul sito del Ministero della Salute. Il motivo del provvedimento è quello del possibile rischio di “contaminazione microbiologica”, mentre tra le avvertenze segnalate c’è quella di “non consumare il prodotto e di restituirlo presso il punto vendita in cui si è acquistato”. I lotti di uova interessati, sia sfuse sia nelle confezioni da 4 o 6 pezzi, sono 1A130120, 1A140120, 2A130120, 2C130120, 2C140120, con data di scadenza a 28 giorni.

Oltre 250 contaminazioni alimentari

Rispetto ad altri richiami, in cui gli esperti del Ministero hanno specificato l’agente patogeno coinvolto nella possibile contaminazione, in questo caso non viene fatta nessuna menzione particolare. Per capire al meglio di cosa si tratti però, quando si parla di “contaminazione microbiologica”, può venire incontro il portale “Epicentro” gestito direttamente dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss). Gli esperti raccontano che esistono oggi al mondo più di 250 contaminazioni alimentari, che si manifestano con differenti sintomi e sono causate da diversi agenti patogeni, spesso e volentieri batteri, virus e parassiti. Con il passare del tempo questi agenti patogeni vengono classificati ed identificati, aggiornando una lista, che comprende tra l’altro anche i cosiddetti “patogeni emergenti”, tra i quali vengono segnalati tra gli altri anche “campilobacter jejuni”, “escherichia coli 157:H7”, “listeria monocytogenes” e “yersinia enterocolitica”, alcuni dei quali si diffondono anche per effetto dell’incremento di scambi commerciali, di ricorso alla ristorazione collettiva, di grandi allevamenti intensivi e di viaggi.

Le modalità di contaminazione

Le contaminazioni alimentari possono verificarsi in molti modi, spiegano gli esperti. Alcuni microrganismi, ad esempio, sono presenti negli intestini di animali sani e vengono in contatto con le loro carni trasmettendosi poi all’utente che le consuma, durante la macellazione. Fra gli altri, la “salmonella” può contaminare le uova dopo aver infettato il sistema ovarico delle galline. Le infezioni possono essere trasmesse al cibo, da parte degli operatori, anche durante la fase di manipolazione e preparazione degli alimenti (come può succedere con il batterio “shigella”, col virus dell’epatite A e di altri patogeni) sia per contatto con le mani sia con gli strumenti della cucina, utilizzati nella preparazione degli alimenti e non disinfettati come in realtà si dovrebbe fare. Un cibo cotto e quindi potenzialmente sicuro, se si pensa che la maggior parte dei microrganismi non resiste a temperature superiori ai 60-70 gradi, può contaminarsi per contatto con cibi crudi. Inoltre, notevole importanza rivestono le condizioni in cui i cibi sono mantenuti durante le varie fasi di conservazione: la catena del freddo, nello specifico, previene lo sviluppo e la moltiplicazione di alcuni microrganismi, che per essere tossici necessitano di una popolazione molto numerosa.

I sintomi possibili

Di solito il sistema interessato dalle contaminazioni alimentari è quello gastrointestinale con manifestazioni di nausea, vomito, crampi addominali e diarrea, tutti sintomi che possono insorgere in un lasso di tempo abbastanza breve, partendo da alcune ore arrivando a giorni dopo il consumo. Nel caso di ingestione di alimenti contaminati, viene più spesso colpita la prima parte dell’apparato gastroenterico e i sintomi si manifestano in tempi anche più brevi. Nel caso invece di contaminazioni causate da microrganismi che tendono a diffondersi anche nel sistema sanguigno, i tempi di manifestazione possono essere più lunghi, e il sintomo più frequente è la diarrea, accompagnata da febbre e brividi.

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