Talco e tumore alle ovaie, uno studio nega la possibile relazione

Salute e Benessere

Pubblicata sul “Journal of American Medical Association”, la meta ricerca ha coinvolto oltre 250mila donne ma lascia ancora aperto qualche dubbio, come testimonia il parere di un esperto riportato in un articolo della Cnn 

Esiste un legame tra la polvere di talco e il tumore alle ovaie? A quanto pare no, anche se si tratta di una “scoperta che dovrebbe essere considerata al momento solo esplorativa e generatrice di ipotesi". E’ questa la tesi del più ampio studio in materia, condotto dal governo degli Stati Uniti e pubblicato sulla rinomata rivista scientifica “Journal of American Medical Association” (JAMA), nel quale sono stati presi in considerazione i casi relativi a oltre 250.000 donne. A lungo, molte donne specie negli Stati Uniti hanno utilizzato la polvere di talco per curare l'igiene genitale, sia attraverso un'applicazione diretta sia attraverso la biancheria intima.

I casi di Johnson & Johnson

Proprio l’utilizzo del talco aveva scatenato controverse polemiche e casi giudiziari, soprattutto a causa dei rischi di cancro riportati da alcuni studi. Nel 2018, ad esempio, l'azienda farmaceutica Johnson & Johnson era stata condannata al pagamento di 4,7 miliardi a 22 donne che avevano affermato che l'amianto presente nei prodotti a base di talco avesse indotto in loro lo sviluppo del cancro alle ovaie. Lo scorso marzo, invece, la giuria californiana di Oakland aveva stabilito che la multinazionale avrebbe dovuto pagare 29 milioni di dollari ad una donna affetta da mesotelioma, una malattia spesso causata dall’esposizione all'asbesto (amianto). La società però aveva deciso di appello contro quella sentenza, sostenendo che il loro prodotto fosse sicuro.

La meta ricerca pubblicata su Jama

L’associazione tra l’utilizzo del talco e le neoplasie, però, è rimasta controversa a lungo, anche a causa del basso numero di casi presi in esame e della presunta poca affidabilità degli studi condotti. Oggi arriva una nuova e completa revisione di ricerche sul tema, guidata da un gruppo di esperti coordinati da Katie O'Brien del National Institute of Environmental Health Sciences. Stando al loro recente lavoro, il possibile legame non esisterebbe. Nel loro studio, basato sulla sintesi dei dati raccolti da quattro studi precedenti condotti tra il 1982 e il 2017, gli esperti hanno rielaborato i dati di 252.745 donne statunitensi con un'età media di 57 anni. Di quelle donne il 38% ha dichiarato di aver usato polvere nella zona genitale, il 10% ha affermato di averlo fatto per almeno 20 anni e il 22% ha riferito di averlo usato almeno una volta alla settimana. Dopo circa 11 anni, 2.168 donne avevano sviluppato un tumore alle ovaie. Secondo questo team di lavoro, dunque, non esisterebbe nessun legame statisticamente importante riscontrato confrontando le donne che avevano usato talco e quelle che non l'avevano mai usato. Né sarebbe stata trovata alcuna associazione significativa nel confrontare la frequenza o la durata dell'utilizzo del talco.

I dubbi espressi da un esperto

La Cnn, però, in un ampio articolo sull’argomento, sostiene che questo studio osservazionale abbia dei limiti. Il modo in cui i ricercatori hanno valutato l'esposizione e la frequenza d'uso del talco era piuttosto variabile, quindi sarebe difficile sapere se esiste davvero un legame tra quanto una persona utilizzi la polvere e il carcinoma ovarico. Inoltre, scrive la Cnn, tutte e quattro gli studi presi in considerazione includevano principalmente interviste a donne bianche e ben istruite, la metà delle quali non in sovrappeso, quindi non sarebbe chiaro se questo risultato possa essere legato anche ad altri dati demografici. "Una cosa che questa ricerca dimostra chiaramente è quanto sia difficile stabilire se una relazione del genere sia effettivamente scatenante il rischio per il cancro. Nonostante sia uno studio valido, competente e attento che coinvolge oltre un quarto di milione di donne, lascia ancora spazio a dubbi", ha dichiarato Kevin McConway, professore emerito di statistica applicata alla Open University. "C'è ancora incertezza sull'esistenza di una simile associazione. Se esiste, c'è incertezza anche sul fatto che la polvere stessa sia ciò che provoca qualsiasi aumento del rischio di cancro. E c'è anche incertezza su quale sia la dimensione dell'aumento del rischio, se ce n'è uno", ha aggiunto McConway. "Ma quello che la ricerca stabilisce è che se l'uso di talco o altra polvere sulla zona genitale aumenta davvero il rischio di cancro alle ovaie, è probabile che tale incremento del rischio sia piccolo. Se fossi una donna, questo non sarebbe un motivo di preoccupazione”.  

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