Fumo, la Legge Sirchia compie 15 anni: gli effetti sui consumi di sigarette in Italia
Salute e BenessereDal 10 gennaio 2005 veniva applicata sul territorio nazionale la legge per tutelare la salute dei cittadini dal fumo passivo, preziosa sia per il calo delle sigarette, nonostante i prodotti alternativi emergenti, che per sensibilizzare le persone sul tema
Sono trascorsi esattamente 15 anni dall’entrata in vigore della Legge Sirchia, che vietando le sigarette nei locali pubblici chiusi ha contribuito in maniera determinante a ridurre il numero di fumatori in Italia, oggi circa un milione in meno. Dal 10 gennaio 2005 fu infatti applicata sull’intero territorio nazionale la Legge n. 3 del 16 gennaio 2003 (art. 51), identificata con il nome del Ministro della salute che ne fu promotore, Girolamo Sirchia. L’obiettivo principale della legge, preziosa per aumentare la consapevolezza dei cittadini in materia, era quello di tutelare la salute dei non fumatori proteggendoli dal fumo passivo.
Legge Sirchia: effetti soprattutto nei primi tre anni
È l’Istituto Superiore di Sanità (l’Iss) a celebrare i 15 anni di vita della legge antifumo facendo il punto sugli effetti sortiti in seguito alla sua applicazione, fondamentale per abbattere i consumi di sigarette ma anche per la sensibilizzazione della popolazione riguardo ai danni provocati dal fumo passivo. I risultati più importanti si sono registrati nei primi tre anni dall’entrata in vigore della Legge Sirchia, quando i nuovi divieti imposti avevano incoraggiato molte persone ad abbandonare la sigaretta, con una diminuzione costante dei fumatori che nel 2008 rappresentavano il 22% della popolazione. La proporzione di allora però è la stessa del 2019: oggi i fumatori sono 11,6 milioni, il che evidenzia come gli effetti della legge antifumo si siano attenuati nel corso degli anni, dopo il minimo storico di 10,8 milioni di fumatori raggiunto nel 2012.
Sigarette: consumi diminuiti, ma spuntano le alternative
Nei 15 anni di applicazione della Legge Sirchia i tabagisti in Italia sono passati da 12 milioni e 570 mila a 11,6 milioni, una riduzione figlia soprattutto del calo di fumatrici, passate in questo stesso periodo da circa 5,6 milioni a 4,5 milioni. Tuttavia, l’Iss sottolinea il peso delle alternative alla tradizionale sigaretta: le vendite di tabacco trinciato, ad esempio, si sono impennate del 500% dal debutto della legge antifumo, tanto che oggi il 18,3% dei fumatori consuma sigarette rollate manualmente, un dato che spiega in parte il calo delle “bionde”, delle quali nel 2018 sono state vendute 67.460 tonnellate, contro le 92.822 tonnellate del 2005. Inoltre, prodotti come la sigaretta elettronica non sono risultati utili per diminuire la prevalenza dei fumatori, visto che chi utilizza l’e-cig (1,7% degli italiani) solitamente consuma anche le normali sigarette.
Legge antifumo, il ruolo educativo
La Legge Sirchia ha avuto però anche un importante ruolo educativo in Italia, aumentando la consapevolezza della gente sui danni portati dal fumo passivo. Ad esempio, le telefonate al numero verde da parte dei cittadini in cerca di aiuto per smettere di fumare sono cresciute da 2.600 all’anno nel 2005 a 11.100 del 2019. L’informazione in materia di tabagismo ha raggiunto un bacino di utenti sempre più ampio, tanto che il divieto di fumo è oggi ampiamente rispettato. Tuttavia, l’Iss afferma che i prodotti alternativi alla sigaretta, alcuni dei quali non regolamentati adeguatamente, stanno mettendo in discussione questa tendenza, oltre a svolgere un ruolo nell’iniziazione alla dipendenza da nicotina nei non fumatori.