Tra le accortezze principali, specie per una serie di categorie a rischio, c’è quella di mantenere bassi i livelli del cosiddetto colesterolo “cattivo”. Lo hanno segnalato gli specialisti della Società Italiana di Cardiologia
Il colesterolo, così come racconta il portale di Fondazione Veronesi, è un grasso, in gran parte prodotto dall’organismo e in minima parte introdotto con la dieta, fondamentale per assolvere diverse funzioni nell'organismo. In particolare è coinvolto nel processo di digestione, grazie alla formazione della bile, partecipa alla produzione di vitamina D, oltre ad essere utile per la salute delle ossa. Quindi favorisce la costruzione della parete delle cellule, in particolare del sistema nervoso. Viene trasportato nel sangue per mezzo di specifiche lipoproteine che si differenziano in base a dimensione e densità: gli specialisti distinguono così il colesterolo HDL, quello legato alle lipoproteine ad alta densità è definito “buono” perchè non provoca alcun danno alle arterie ma anzi, rimuovendo il colesterolo dalle pareti dei vasi per trasportarlo al fegato è garanzia di protezione se presente in buona quantità. L’altro, legato alle lipoproteine a bassa densità (LDL), è chiamato invece “cattivo” poiché si può depositare nelle pareti delle arterie e contribuire alla comparsa dell'aterosclerosi, condizione spesso associata allo sviluppo di malattie cardiovascolari come infarto e ictus cerebrale.
Il ruolo del colesterolo cattivo
Proprio tenere più basso il livello di colesterolo cattivo, è uno dei consigli degli esperti per ridurre i rischi di infarto e di ictus, ma anche meglio se a restare nei limiti è una sua sottoclasse, l'LDL-C o ossicolesterolo, definito colesterolo “cattivissimo”, ancora più nocivo dell'LDL e capace di aumentare di molto il rischio di aterosclerosi e il livello complessivo di colesterolo nel sangue. E’ questo il suggerimento che è stato lanciato a Roma nel corso dell'80esimo Congresso nazionale della Sic, la Società italiana di Cardiologia. Analizzando i dati, gli specialisti hanno sottolineato come le malattie cardiovascolari siano responsabili di oltre 4 milioni di decessi in Europa, ogni anno. Nuovi studi scientifici poi hanno confermato che l'evento chiave di inizio dell'aterosclerosi è l'accumulo nelle arterie dell'LDL, il colesterolo cattivo. Ne è emerso anche che abbassare ulteriormente l'LDL (oltre i livelli che fino a pochi anni fa si ritenevano accettabili) determina un effetto benefico, con una riduzione seguente del rischio cardiovascolare.
Le categorie più a rischio
I cardiologi del Sic, quindi, hanno dedicato un focus sui pazienti che devono fare più attenzione, ovvero tutti coloro che soffrono di una malattia aterosclerotica cardiovascolare, che abbiano già avuto un infarto cardiaco, i portatori di stent o chi è stato già sottoposto a intervento chirurgico di by-pass. Per tutte queste persone mantenere basso il livello di colesterolo cattivo è molto importante, così come sono ad alto rischio anche i pazienti con diabete che hanno già avuto complicanze in altri organi, quelli affetti da ipercolesterolemia familiare o una grave malattia renale cronica.
I consigli degli esperti
Secondo Ciro Indolfi, presidente della Sic, è necessario "abbassare il colesterolo il più presto possibile, specie nei pazienti a rischio alto o molto alto, condizione che riduce il rischio di infarto e ictus indipendentemente dai livelli di base. Ciò significa che nelle persone ad alto rischio di infarto o ictus, ridurre il colesterolo LDL è efficace anche se hanno livelli di partenza inferiori alla media”, ha spiegato l’esperto. "Non esiste un limite inferiore di colesterolo LDL noto per essere pericoloso", ha poi concluso Pasquale Perrone Filardi, presidente eletto Sic, che ha spiegato come nei pazienti ad alto rischio il colesterolo cattivo debba essere inferiore a 55mg/dl.