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Giornata mondiale della trippa, i falsi miti da sfatare

Salute e Benessere
Immagine di archivio (Agenzia Fotogramma)

Si tratta di un alimento meno grasso e calorico di quanto si potrebbe pensare e ha un elevato contenuto di proteine (18%), identico a quello della carne di vitello 

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Ogni anno, il 24 ottobre si celebra in tutto il mondo la Giornata mondiale della trippa, dedicata a uno dei piatti tipici della tradizione culinaria italiana, solitamente consumato nel periodo autunnale. Nasce come cibo povero della tradizione popolare ed è una frattaglia ricavata dalle diverse parti dello stomaco dei bovini o dei suini. Solitamente la materia prima più utilizzata è il rumine di manzo, ossia il primo dei quattro stomaci dei bovini. Dato che non può essere consumata grezza, di solito viene venduta già pulita e tagliata, ma prima di cucinarla è comunque opportuno lasciarla a bagno per almeno mezz’ora con dei pezzi di limone, per poi passarla sotto l’acqua corrente fredda. In seguito alla macellazione, il rumine dev’essere raschiato, lavato accuratamente e precotto in acqua calda. Preparare una ricetta con la trippa cruda, per quanto ben pulita, non è consigliato: l’operazione richiederebbe lunghi tempi di cottura e il risultato finale potrebbe non essere all’altezza delle aspettative.

Un alimento meno grasso di quel che si potrebbe pensare

La convinzione che la trippa sia un alimento grasso e ricco di calorie è piuttosto diffusa, ma non corrisponde alla verità. Il suo contenuto di grassi è pari al 4% e il suo apporto calorico è di sole 108Kcal/100g. Inoltre ha un elevato contenuto di proteine (18%), identico a quello della carne di vitello, ferro e varie vitamine del gruppo B (tiamina, riboflavina e niacina). Tuttavia, i condimenti utilizzati per prepararla possono trasformarla in un piatto poco dietetico. Inoltre, non è un alimento facile da digerire a causa della composizione e della struttura dei tessuti protetici. È anche opportuno tenere presente che la trippa potrebbe contenere alti livelli di purine, molecole indesiderate per i soggetti affetti da iperuricemia e attacchi gottosi. Oltre allo stomaco dei bovini e dei suini, anche quello di alcuni pesci è commestibile. Esistono, infatti, trippe a base di merluzzo, tonno, coda di rospo, spigola, cernia e dentice.