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La nefropatia diabetica colpisce un milione e mezzo di italiani

Salute e Benessere
Immagine di archivio (Agenzia Fotogramma)

Lo indicano i risultati di uno studio sul tema presentato in occasione del convegno nazionale della Società italiana di nefrologia (Sin) e della Società italiana di diabetologia (Sid) 

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Da una ricerca presentata nel corso del convegno nazionale della Società italiana di nefrologia (Sin) e della Società italiana di diabetologia (Sid) emerge che circa il 40% dei pazienti con diabete sviluppa la nefropatia diabetica. Considerando che in Italia la prevalenza del diabete nella popolazione generale è del 6,2%, è possibile stimare che questa patologia interessi circa un milione e mezzo di italiani. Dallo studio, pubblicato sulle riviste specializzate Journal of Nephrology e Nutrition Metabolism & Cardiovascular Disease, emerge anche che il diabete è la prima causa di insufficienza renale nel mondo ed è responsabile del 25-40% dei casi di dialisi.

Le nuove terapie

Luca De Nicola, presidente scientifico del Congresso Sin 2019 e autore della ricerca, spiega che il tema della nefropatia diabetica è di grande attualità sia per il suo impatto sociale, sia per il peso economico che rappresenta per il Servizio sanitario nazionale. “Negli ultimi vent’anni le complicanze del diabete, come l’infarto o l’ictus hanno registrato un decremento, tuttavia ciò non vale per l’insufficienza renale dialitica”, sottolinea l’esperto. Sono però disponibili delle nuove efficaci armi terapeutiche, costituite dai farmaci inibitori Sglt-2 che, oltre ad abbassare la glicemia, possono arrivare a ridurre del 30% la progressione verso la dialisi e diminuire il rischio cardiovascolare in pazienti che hanno già un’insufficienza renale.

Una sfida per diabetologi e nefrologi

Giuseppe Pugliese, coordinatore Sid del team di ricercatori che ha realizzato lo studio, spiega che il trattamento del paziente diabetico nefropatico rappresenta una sfida impegnativa per diabetologi e nefrologi. “Da un lato è necessario evitare o aggiustare la dose di alcuni farmaci anti-iperglicemici, ma anche di altri medicinali, per una serie di ragioni che dipendono dal ruolo centrale del rene nel metabolismo ed escrezione dei farmaci stessi e anche nell’omeostasi glucidica. Dall’altro lato, è importante adottare tutte le misure atte a proteggere il rene al fine di rallentarne il declino funzionale”, chiarisce l’esperto.