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Musica come alternativa agli ansiolitici prima di un’operazione

Salute e Benessere
Immagine di archivio (Getty Images)

Stando agli esperimenti condotti dai ricercatori, ascoltare un brano prima dell’anestesia aiuterebbe a calmare i pazienti con effetti simili a quelli dalle benzodiazepine, che però hanno effetti collaterali 

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I momenti precedenti a una chirurgia possono causare spesso molta agitazione tra i pazienti. Secondo un nuovo studio statunitense, la musica sarebbe efficace tanto quanto alcuni dei farmaci utilizzati normalmente per aiutare le persone a distendere i nervi prima di essere sottoposti ad anestesia locale. Attraverso un esperimento condotto su 157 pazienti, un team di ricercatori dell’Università della Pennsylvania di Philadelphia ha infatti dimostrato che ascoltare una melodia in fase pre-operatoria può calmare i pazienti, offrendo così un’alternativa alle benzodiazepine usate in questi contesti, che presentano però diversi effetti collaterali.

Gli effetti degli ansiolitici prima di un’operazione

I risultati raggiunti dai ricercatori sono stati pubblicati sulla rivista Regional Anesthesia and Pain Medicine. Come spiegano gli autori, la comune ansia pre-operatoria può innalzare il livello degli ormoni dello stress nei pazienti, che a propria volta condizionano la guarigione in seguito alla chirurgia. Il midazolam, una benzodiazepina utilizzata per ridurre l’agitazione in questi momenti, espone le persone a diversi effetti collaterali, influenzando in alcuni casi la respirazione o disturbando il normale flusso del sangue. Per questo, il team ha provato a paragonare gli effetti sortiti dal midazolam a quelli provocati dall’ascolto di Weightless di Union Marconi, considerata la canzone più rilassante al mondo. I 157 pazienti sottoposti all’esperimento sono stati divisi in due gruppi: i soggetti del primo hanno utilizzato cuffie con cancellazione del rumore per ascoltare il brano, mentre gli altri è stato somministrato il farmaco ansiolitico.

Musica efficace come i farmaci

Secondo le misurazioni effettuate prima e dopo ciascuno dei due metodi i livelli di ansia pre-operatoria sono risultati simili in entrambi i gruppi, sottolineando dunque come l’effetto calmante della musica non fosse distante da quello sortito dalla benzodiazepina. Tuttavia, più in generale, i pazienti a cui era stato somministrato il farmaco risultavano più soddisfatti su una scala da 0 a 10, secondo gli autori anche in virtù del fatto che quelli sottoposti al trattamento musicale non avevano avuto modo di scegliere il brano da ascoltare. I ricercatori vogliono ora capire se il tipo di musica e la modalità di ascolto offerta al paziente possano rendere questo metodo ancora più efficace.