Diabete gestazionale, raddoppia il rischio di malattia per i figli
Salute e BenessereLo indicano i risultati di una nuova ricerca pubblicata sul Canadian Medical Association Journal. Lo studio osservazionale è stato condotto su 73.180 donne
Dai risultati di un nuovo studio osservazionale, pubblicato sul Canadian Medical Association Journal (Cmaj), emerge che i bambini nati dalle donne che hanno sofferto di diabete nel corso della gravidanza corrono un rischio quasi doppio di contrarre a loro volta la patologia entro i 22 anni di vita. Kaberi Dasgupta, autrice della ricerca e ricercatrice presso il Centre for Outcomes Research and Evaluation (CORE) del McGill University Health Centre (a Montréal), spiega che "sebbene avere genitori diabetici sia un fattore di rischio ben documentato per i figli, in questo lavoro abbiamo mostrato che il diabete in gravidanza potrebbe a sua volta rappresentare un indicatore di rischio diabete nei bambini, con esordio prima dei 22 anni”.
Lo svolgimento dello studio
Il diabete gestazionale è una complicanza che riguarda circa il 6-7% di tutte le gravidanze (in Italia si verificano 40.000 casi all’anno). Per comprendere il suo impatto sulla salute del nascituro, i ricercatori hanno coinvolto nello studio 73.180 donne, alcune delle quali hanno sviluppato la patologia durate la gestazione. Dai risultati ottenuti emerge che 4,5 bambini per 10.000 nati da madri con diabete gestazionale hanno sviluppato a loro volta la malattia entro i 22 anni di vita, contro 2,4 bambini per 10.000 nati da madri senza diabete in gravidanza. I dati indicano che questa complicanza è associata a un rischio quasi doppio per i figli di sviluppare il diabete.
I rischi per i nascituri
Salvatore Piro, professore dell’Università di Catania e Segretario Nazionale della Società Italiana di Diabetologia, spiega che i risultati dello studio indicano che i figli delle donne che hanno sofferto di diabete gestazionale rischiano di sviluppare il tipo 1 della patologia, caratterizzato da una produzione insufficiente di insulina. Finora la complicanza era stata prevalentemente associata a una maggiore probabilità di sviluppare il diabete di tipo 2. "Certamente i dati di questo studio sono importanti e l'associazione trovata è forte, bisogna però interpretarli con molta cautela e saranno necessari studi ulteriori per confermare l'esistenza dell'associazione clinica con il diabete di tipo 1", conclude l’esperto.