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Scoperta l’origine della ‘sindrome dell’arto fantasma’

Salute e Benessere
Immagine di archivio (Ansa)

I ricercatori del D'Or Institute for Research and Education e della Federal University di Rio de Janeiro hanno associato la sensazione al fenomeno della ‘plasticità cerebrale’ 

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Molte persone che hanno subito l’amputazione di un braccio o di una gamba soffrono della cosiddetta ‘sindrome dell’arto fantasma’: nonostante abbiano perso una parte del corpo continuano a percepirne la presenza e a provare sensazioni spesso dolorose. Si tratta di un fenomeno piuttosto comune e interessa più della metà dei pazienti amputati. Una nuova ricerca, condotta dai ricercatori del D'Or Institute for Research and Education e della Federal University di Rio de Janeiro, ha determinato qual è la causa di questa peculiare sindrome. Dai risultati dello studio, pubblicati sulle pagine della rivista specializzata Scientific Reports, emerge che, in seguito all’amputazione di un arto, le aree cerebrali responsabili del movimento e della sensazione modificano la loro comunicazione funzionale.

Le reazioni del cervello

Le conclusioni a cui è giunto il team di ricerca potrebbero aiutare la comunità scientifica a ottenere una migliore comprensione del fenomeno noto come ‘plasticità cerebrale’, ossia la capacità del cervello di alterare la propria struttura e le proprie funzionalità in risposta alle situazioni della vita quotidiana. Per indagare l’origine della ‘sindrome dell’arto fantasma’, i ricercatori hanno studiato le risposte dell’encefalo dei pazienti che hanno subito l’amputazione degli arti inferiori. In uno studio svolto in passato avevano già appurato che quando il moncone viene toccato il cervello reagisce in modo ‘esagerato’ e il corpo calloso, la struttura che collega la aree corticali del movimento e delle sensazioni, perde la sua forza. Ripetendo il test, gli studiosi si sono concentrati sulle aree sensibili e motorie dell’encefalo dei pazienti e hanno così notato uno schema di comunicazione anormale tra gli emisferi destro e sinistro. La causa di questa anomalia potrebbe essere l’alterazione del corpo calloso. Gli scienziati chiariscono che ottenere una migliore comprensione della plasticità cerebrale potrebbe consentire di sviluppare in futuro nuove tecnologie e dispositivi.

Protesi hi-tech

Durante il convegno ‘Mano bionica, dalle origini della ricerca alle sperimentazioni su soggetti amputati’, tenutosi all'Accademia dei Lincei a Roma il 21 febbraio 2019, è stata presentata una nuova mano robotica. La protesi di ultima generazione, sviluppata da due gruppi di ricercatori, può essere collegata direttamente ai nervi delle persone ed è talmente realistica da essere in grado di percepire gli oggetti che tocca.