Bambini online? OK, ma solo con queste 10 regole di sicurezza

Salute e Benessere

Virginia Di Marco

Madri e Figli

I nostri figli usano internet sempre prima. Va bene. Ma dobbiamo trovare il modo di proteggerli dai pericoli più grandi di loro che pullulano nel web. 

I nostri figli sono nativi digitali.

OItre la metà dei bambini tra i 6 e i 10 anni ha accesso alla rete, come emerge dai dati Save the children diffusi lo scorso febbraio in occasione dell’ultimo Safer Internet Day. 

Un altro studio realizzato dal Centro per la Salute del Bambino onlus e dall’Associaizone Pediatri in Italia, 8 bambini su 10 tra i 3 e i 5 anni sanno usare il cellulare dei genitori.

Un genitore su 3 usa smartphone o tablet per distrarre/calmare il proprio figlio già nel suo primo anno di vita. Una percentuale che sale al 70% nel secondo anno.  

Internet è un mondo di opportunità fantastiche per i nostri figli. Ma allo stesso tempo è una selva di pericoli.

Bambini e internet: cosa rischiano e come proteggerli?

I reati sessuali in cui viene utilizzato il web per adescare i minori sono in aumento. La fascia d’età più a rischio è quella 11-13 anni, ma sono stati registrati casi di adescamenti sul web con vittime di appena 3 anni.

Ma cos’è esattamente l’adescamento di minori online?

Questa fattispecie di reato è stata introdotta in Italia dal 2012 ed ecco quello che si legge nel sito della polizia postale:

“Chi ha interesse ad avere contatti con minori con l’aberrante e adulta volontà di indurre gli stessi a fare sesso, a parlarne, a vedere immagini pornografiche sa che il Web è il posto giusto dove “avvicinarsi” ai giovani, perché sono tutti sempre connessi, liberi e con la convinzione di essere al sicuro. Quando il contatto avviene a volte, click dopo click, post dopo post, diventa amicizia, poi amore e infine minacce, paura, dolore, vergogna".

"Questo è l’adescamento: un lungo e certosino lavoro di manipolazione che soggetti adulti compiono sul web per avvicinare minori, per indurli a fare cose che non sono adatte alla loro età, per obbligarli a fotografare e filmare il privato che può diventare pubblico, su internet”.

State rabbrividendo?

Ma soprattutto: vi state chiedendo come potete proteggere i vostri figli, senza terrorizzarli?

In questo caso, vi interesserà sapere che alcuni giorni fa è stato presentato il Manifesto della comunicazione non ostile per bambini dai 3 ai 7 anni.

Lo ha scritto Anna Sarfatti e illustrato Nicoletta Costa (“mamma” di Giulio Coniglio) per l’Associazione Parole O_stili, che è un progetto sociale di sensibilizzazione contro la violenza nelle parole.

Manifesto della comunicazione non ostile: 10 regole per proteggere i nostri figli piccoli online

Ed ecco qui i punti che compongono il decalogo:

1) Virtuale è reale

La rete non è un gioco. È un posto diverso, ma è tutto vero. E anche in rete ci sono i buoni e i cattivi: bisogna stare attenti!

2) Si è ciò che si comunica

In rete bisogna essere gentili. Dietro le foto ci sono persone come noi. Se dici cose cattive, saranno tristi. O penseranno che sei cattivo.

3) Le parole danno forma al pensiero

Prima di parlare bisogna pensarci: puoi contare fino a 10! Così riesci a trovare proprio le parole giuste per dire quello che vuoi.

4) Prima di parlare bisogna ascoltare

Nessuno ha ragione tutte le volte. Imparare ad ascoltare è molto bello, perché si capiscono i pensieri degli altri e si diventa amici.

5) Le parole sono un ponte

Ci sono delle parole che fanno ridere e stare bene, come una coccola o un abbraccio. E abbracciarsi con le parole è bellissimo!

6) Le parole hanno conseguenze

Le parole cattive graffiano e fanno male. Se tu fai male a qualcuno con le parole, poi non è più tuo amico. Tante parole belle, tanti amici!

7) Condividere è una responsabilità

La rete è come un bosco: meglio farsi accompagnare da un grande. E non dire mai a nessuno il tuo nome, quanti anni hai, dove abiti.

8) Le idee si possono discutere. Le persone si devono rispettare

Qualche volta non si va d’accordo: è normale. Ma non è normale dire parole cattive a un amico se lui non la pensa come te.

9) Gli insulti non sono argomenti

Offendere non è divertente. Gli altri diventano tristi e arrabbiati. Adesso sei grande e sai parlare: non hai più bisogno di urlare.

10) Anche il silenzio comunica

Qualche volta è bello stare zitti. Quando non sai cosa dire, non dire niente! Troverai il momento giusto per dire la cosa giusta

Queste le regole di navigazione da insegnare ai nostri figli.

E anche, direi, a un bel po’ di adulti…  

 

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