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I vaccini fanno male? Evidente tendenza no-vax nei video consigliati da YouTube

Salute e Benessere

L’algoritmo di Google spesso suggerisce contenuti radicali, proponendoci non necessariamente i filmati più visti. L’inchiesta di Sky Tg24  

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La tendenza di YouTube a proporre contenuti estremi e divisivi - di cui ci siamo occupati nelle nostre ricerche sul ponte Morandi e sul cancro - si conferma anche quando si fanno ricerche su argomenti che concernono la nostra salute, come i vaccini.

Cercando sul portale video più famoso del mondo “Vaccini” oppure “I vaccini fanno male” o ancora “Vaccini e autismo”, tra i video più ricorrenti in assoluto vi è quello di un’agguerrita mamma no-vax che in una trasmissione televisiva spiega perché ha deciso di non vaccinare i figli. Il suo video compare in continuazione, sia tra i risultati delle ricerche che nei video consigliati.

I presunti danni da vaccino tra i video suggeriti da Youtube

Proprio seguendo i video consigliati emerge che quelli che hanno come argomento i vaccini sono per la maggior parte centrati su danni da vaccino o correlazioni tra autismo e vaccini. Si passa dai presunti “vaccini della morte” alla testimonianza di genitori che hanno avuto reazioni avverse, dalle ragazze danneggiate dal vaccino contro il papilloma virus a video che contengono dubbi sui contenuti dei vaccini. Mentre il video ufficiale del ministero della Salute che spiega il decreto vaccini - il terzo più visto in Italia sull’argomento - non compare mai tra le clip consigliate.

 

E così scopriamo che una delle società più ricche del mondo, che potrebbe senz’altro destinare somme consistenti a un controllo più approfondito sui contenuti che propone, offre per la maggior parte video con titoli sensazionalistici e “acchiappaclick”.

Codice Youtube: come funziona l'algoritmo?

Il motivo? L’algoritmo dei video consigliati è progettato per farci rimanere attaccati al computer o allo smartphone, proponendoci non necessariamente i filmati più visti, ma quelli dai titoli più accattivanti e sopra le righe: più rimaniamo “attaccati”, infatti, più pubblicità guardiamo. L’analisi è stata condotta su dispositivi anonimizzati (computer, tablet, cellulari) e da diverse località, non fermandosi ai primi risultati o alle sezioni “Home” e “News”, ma seguendo il lungo elenco di video suggeriti in automatico.

La replica di Google

In seguito a una nostra richiesta di commento, l’ufficio stampa di Google ha spiegato che “l’autorevolezza è un fattore essenziale per gli utenti” e che nell’ultimo anno sono state introdotte “nuove funzionalità di prodotto e un investimento di 25 milioni di dollari a favore di editori che producono video online per creare una migliore esperienza nella fruizione di notizie su YouTube”.