La 'monetina' biodegradabile che ripara i nervi

Salute e Benessere
Immagine di archivio (Getty Images)
GettyImages-chirurgia

Realizzato da due atenei statunitensi, il dispositivo invia impulsi elettrici per accelerare la rigenerazione dei tessuti e si degrada nel corpo in circa due settimane 

La riparazione dei tessuti danneggiati all’interno del corpo umano è una delle principali sfide della medicina moderna, che avvalendosi dei progressi in campo tecnologico può giungere allo sviluppo di nuovi dispositivi, più efficaci e meno invasivi. Il risultato raggiunto dai ricercatori della Washington University e Northwestern University ha permesso di realizzare un apparecchio che, una volta impiantato, è in grado di riparare i nervi danneggiati attraverso l’invio di stimoli elettrici prima di degradarsi. Il lavoro dei due team è stato ripreso dalla rivista Nature Medicine, nella quale viene descritto l’esperimento effettuato sui topi alla base dello sviluppo del dispositivo.

L’importanza della stimolazione elettrica

Il primo esempio di medicina bioelettronica mai realizzato parte da una considerazione compiuta dai ricercatori: i danni ai nervi periferici riguardano tra il 2 e il 5% degli infortuni traumatici e nei casi più gravi anche le tecniche più all’avanguardia esistenti portano il paziente a un recupero motorio o sensoriale non completo per le parti coinvolte. Tuttavia, contrariamente a quanto avviene nei neuroni e nel midollo spinale, i nervi situati nelle gambe, braccia e busto possono rigenerarsi, un processo che è accelerato dagli impulsi elettrici. Come spiegato infatti da Wilson Ray della Washington University, è risaputo che “la stimolazione elettrica durante gli interventi chirurgici aiuta il recupero dei nervi, ma una volta conclusa l’operazione non si può fare più niente”.

La ‘monetina’ programmabile

Ecco dunque come nasce l’idea di sviluppare un dispositivo della dimensione di una monetina e spesso come un foglio di carta, da inserire nella zona danneggiata in modo che rilasci impulsi elettrici a intervalli di tempo programmabili in precedenza. I ricercatori hanno sperimentato la nuova tecnologia sui topi, che erano sottoposti alla stimolazione elettrica per uno, tre o sei giorni. Ne è emerso che i roditori che testavano gli effetti del dispositivo per un arco di tempo più lungo recuperavano più velocemente degli altri. L’apparecchio è costituito da materiali biodegradabili, e viene assorbito dal corpo nel giro di due settimane, anche se cambiandone la composizione la durata potrebbe allungarsi. Secondo gli studiosi, tecnologie di questo tipo potrebbero presto affiancare o sostituire completamente le terapie a base di medicinali per svariati tipi di problemi.

Salute e benessere: Più letti