Tre (piccole) porzioni di latticini al giorno per proteggere il cuore

Salute e Benessere
Formaggi (Getty Images - foto di repertorio)
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Secondo uno studio pubblicato su Lancet, l'assunzione di questa quantità quotidiana di prodotti come latte, yogurt e formaggi può aumentare le difese contro malattie cardiovascolari e infarto

Latte e formaggio non sono nemici giurati di dieta e salute. Secondo un nuovo studio pubblicato su Lancet, mangiare tre piccole porzioni di prodotti lattiero caseari al giorno può aiutare l'organismo a difendersi da infarto e malattie cardiovascolari.

Lo studio

Il team diretto dalla dottoressa Mahshid Dehghan della McMaster University, Canada, ha condotto lo studio su nazioni a basso o medio reddito, dove si consuma meno latte e formaggio, e su quelle più ricche, coinvolgendo 135.000 persone in 21 paesi, dal Canada alla Tanzania. Ai partecipanti è stato chiesto quante volte mangiavano prodotti lattiero caseari, nell'arco di tempo di nove anni. Dai questionari è emerso che chi mangiava tre porzioni tra latte, formaggio o yogurt al giorno rientrava nella categoria di persone con minor tasso di mortalità e di presenza di cardiopatologie, rispetto a chi ne mangiava meno.

Invito alla moderazione

Nei paesi sviluppati latte e formaggi sono considerati ormai dannosi per la salute. Lo studio non ribalta la prospettiva, ma invita alla moderazione. "Incoraggiamo le persone che consumano pochi latticini ad incrementare le dosi", spiega Dehghan al Guardian. La preoccupazione che accompagna i latticini è legata all'alto tasso di grassi e di colesterolo cattivo, quello contrassegnato dalla sigla LDL. Ma è bene ricordare che i prodotti lattiero caseari contengono anche molti nutrienti, vitamine (K1 e K2), calcio, magnesio, potassio, grassi insaturi e amminoacidi. Secondo lo studio rigettarli completamente crea un danno per la salute umana. Tuttavia l'invito della ricerca non è verso l'esagerazione, dato che l'alto apporto calorico dei formaggi può portare all'obesità, condizione dannosa quanto la malnutrizione. "Il messaggio dello studio - spiega l'esperta - resta quello della moderazione".

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