Studenti americani e fumo, più sigarette elettroniche e meno tabacco

Salute e Benessere
Negli Stati Uniti il consumo di sigarette elettroniche sta conquistando i più giovani (Getty Images)
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I diplomandi Usa che hanno provato a inalare vapore sono di più di quelli che hanno provato le "bionde". Un dato che porta con sé una notizia buona e una cattiva

Gli adolescenti americani preferiscono le elettroniche. Il 35,8% degli studenti all'ultimo anno di scuola superiore le ha fumate almeno una volta. Mentre il 26,6% ha affermato di aver provato il tabacco. Lo afferma il National Adolescent Drug Trends in 2017, elaborato dall'Università del Michigan.

 

Meno fumo, più vapore

Il fatto che siano sempre meno i tabagisti è una buona notizia. Nel 1997, l'anno in cui il consumo di tabacco ha raggiunto il suo apice, il 65,4% degli studenti aveva provato a fumare sigarette. Dall'altra parte, però, i dati sottolineano una tendenza: i dispositivi elettronici non si usano più solo per smettere di fumare ma si affermano come prodotto indipendente e non privo di rischi. I ricercatori sottolineano infatti che “le elettroniche non sono più un'alternativa alle sigarette tradizionali”. E, visto il loro successo, potrebbero “diventare uno strumento per distribuire nuove sostanze”. Lo studio ha infatti notato che un diplomando su cinque ha usato le sigarette elettroniche per inalare nicotina e uno su dieci lo ha fatto per provare marijuana.

Cresce il consumo di marijuana

La dipendenza, quindi, potrebbe solo cambiare forma. Impattando sulla salute dei ragazzi. Una tendenza che i ricercatori definiscono “preoccupante”. Anche perché si combina con un altro trend. Il report, infatti, esulta perché il livello di adolescenti che fumano tabacco non è mai stato così basso. Ma, allo stesso tempo, registra il primo aumento significativo nel consumo di marijuana da sette anni a questa parte. Richard Miech, il ricercatore che ha coordinato lo studio, non si mostra sorpreso: “La diffusione della marijuana è diminuita quando gli adolescenti l'hanno percepita come pericolosa. Una percezione che, negli ultimi tempi, è diminuita ed è oggi ai minimi degli ultimi quattro anni”.

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