Nel mondo solo il 40% dei bimbi riceve latte materno nei primi 6 mesi
Salute e BenessereAl via la settimana mondiale dell'allattamento al seno. Oms-Unicef, un investimento di appena 5 dollari per ogni nuovo nato salverebbe 520 mila bambini sotto i cinque anni. Papa Francesco lo ha sdoganato anche in Chiesa
L'allattamento al seno protegge il bambino da alcune infezioni potenzialmente letali e aiuta la mamma a prevenire alcuni tumori, ma nonostante questi ed altri benefici evidenziati dalla ricerca scientifica meno della metà dei bambini nel mondo riceve latte materno nei primi sei mesi di vita. Ad accendere i riflettori sul tema sono Oms e Unicef in occasione della settimana mondiale dell'allattamento al seno che si celebra dal primo al 7 agosto.
Solo 40% neonati allattati al seno per 6 mesi
Nel mondo, secondo le cifre riportate dall'Organizzazione mondiale della sanità e dall'Unicef, soltanto il 40% dei neonati viene allattato esclusivamente al seno per i primi 6 mesi di vita, come raccomandato dagli esperti. Soltanto 23 Paesi - e di questi nessuno occidentale - hanno più del 60% dei neonati che soddisfano il requisito. Il gap, rispetto agli obiettivi globali che entro il 2025 vorrebbero che almeno il 50% della popolazione infantile venisse allattata per i primi sei mesi, si deve soprattutto alla mancanza di investimenti nel settore, necessari per agevolare la pratica per le mamme. Le organizzazioni calcolano che in cinque delle maggiori economie emergenti del mondo (Cina, India, Indonesia, Messico e Nigeria) i mancanti investimenti per l'allattamento al seno si traducono in circa 236 mila bimbi morti all'anno e perdite economiche per 119 miliardi di dollari.
Cinque dollari a neonato per salvarne 520 mila
Secondo le stime di Oms e Unicef, un investimento anche minimo, di appena 5 dollari per ogni nuovo nato, permetterebbe di raggiungere l'obiettivo, salvando la vita di 520 mila bambini sotto i cinque anni e facendo guadagnare 300 miliardi di dollari, grazie alla riduzione di costi sanitari e all'aumento della produttività. Per le due organizzazioni gli investimenti dovrebbero essere mirati a rendere operativo il codice internazionale per il marketing dei prodotti sostitutivi, che imporrebbe fra le altre cose di limitare la pubblicità dei sostituti artificiali e di evitare la consegna di campioni gratuiti alle neomamme, oltre a una serie di raccomandazioni per gli operatori sanitari. Inoltre servirebbero più fondi per aumentare i congedi per le mamme, che in alcuni Paesi, come gli Stati Uniti, non sono previsti, ma anche per fornire consulenze sull'allattamento subito dopo la nascita, il momento più critico, o per attrezzare gli ospedali in modo da renderli "baby friendly", ad esempio permettendo al neonato di stare in stanza con la puerpera.
I vantaggi dell'allattamento al seno
Diversi studi, riferisce l'Oms, mostrano che l'allattamento al seno ha benefici cognitivi e fisici sia per i bimbi sia per le madri. È un fattore critico soprattutto nei primi sei mesi di vita del neonato, perché aiuta a prevenire diarrea e polmonite, le principali due cause di morte nei neonati. Inoltre le madri che allattano hanno un rischio ridotto di cancro alle ovaie e al seno, altresì due cause importanti di morte tra le donne. "L'allattamento al seno dà ai bambini il migliore inizio della vita possibile", anzi "il latte materno funziona come primo vaccino", afferma Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell'Oms, visto che protegge i neonati "da infezioni potenzialmente letali, e dà loro il nutrimento indispensabile per sopravvivere e prosperare".
La situazione in Italia
La situazione italiana, così come quella europea, non si discosta molto dal quadro globale descritto da Unicef e Oms. Secondo i dati Istat per il 2013 su "Gravidanza, parto e allattamento al seno", in media i bimbi italiani vengono allattati esclusivamente al seno per 4,1 mesi, mentre a sei mesi dalla nascita riceve solo latte materno appena il 10% dei neonati. In Italia la settimana dell'allattamento materno viene celebrata dal primo al 7 ottobre.